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I

:B

lt

0

I I.

6&

gliono del

faugue, cl,'ancbora goccia

per

le

forite,e

[el

beueno.

Non

of[eruano mai fide, ancbora cbe la hah:r

biano caldamente promeffe, anzt alle uolte

fl.

portano

peg~io

affai

con

quelli,

che rimettendofl nelli.t lor

fide~

gli

fi

danno

in potere.

E

lecito loro di forzare

qud

fi

uoglia

f.:1.nciuUa,

cbe

gli

pi:tccia,

o

cbe

e;li

Ut

nga

wan:l

zi:

quelle

cbe

fono alquanto

belle

fono

da loro

t

olte, e

menatene feco,

e

le mifere[on forzate

a

fa

ruirli per–

petuamente,

a

a

patire ogni eftremo

difa.ggio

;

im:::.

pero

cbe

i

Tartari fono incontinentiflimz piu cbe

tut:s:

ti

gli buomini,

percbe

auuegna

,

che

babbiano t:tn:::.

te

moglie,

quante uogliono, e quante ne po(fono fo:s

fientare, e fuor che

Ia

madre, la

ft

ilia,

o

la

forella,

poffeno ogn'altra torft. Sano no11dimeno fodomiti

fuor di mifura,

e

non manco, cbe

i

Sctraceni,

e

fen::

~a

rifParmio

,

d

differentia alcuna

fi

giungono in at:::

to

uenereo con mafcoli

,

e

con beftie

.

ori

t

ng-o:

no per moglie

queUa

donna,

cbe

(i

congiunge

co11

lo-.::

ro)

ne

fl

da loro

medefimamente

la dote) infino

a

tdtl:::.

to

che

parturifca; e per quefto pof[ono

repudiare

quel:::.

la,

cbe

fuffe fterile,

e

menarne un'altra.

Ma

quefto

mi

da

molto

da merauiglidre,

che

auuegna cbe

mol~

te donne fiano fotto un 111arito, non ne fono

pero

in

gran

quifiioni

infleme

per conto di Iui, tutto

,

ch'

u:::.

na foglia

effere

tenuta piu card

el'

altre,

er-

f)Ord

fl.

giaccia

con

quefia f]ora

con

quella : ma ciafcuna bet

il

fuo appartamento

,

e

la

fua

fc1.m1gli:t

in

pdce

,

e

uiueno caftiflm1d111ente

·

perche

fl fi

trou

ffe in

((!:!

dulterio, tanto l'huomo, come la donna

,

farebbe

fubi~

to

per

la

lor

Ie.gge

fouo

morire.

uando non

gr·

1

g::.

I

z

gia110