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L

I B R 0

l I•

6"4

ri,e

c:upidi,cbe

uifht

U11't

cofa,

cb'aggradi

foro,

110

pof:::

fcndola bauere

co

huona pace del padrone, pur cl,e non

fia di Tart:tro, glie la rubano per

forza,

ail

tengono.

lecito, efanto, mediante

l'

ordine

Regio

,

percbe banno

un

tal

precetto

da Canguifra,

e

da

Cactm

Lor primi

Re,

cbe

qual

fi

fla

Tartaro,

o

{eruo di Tartaro,

d1e

ritro::.

.

ui in uia

cauallo, buomo,

o

donna

fenza

faluocondot:.

to del

Re,

poffa

pigliarfelo, etenerfelo per

fuo .ft

mpre.

Preftano

danari ad

ufura,

e quefht

u/ur

e

grande,

a

zntolerabtle,

percbe toglieno

d'

ogni

diece

uno

ogni

mefe;

e

non

pctgadofl

l'ufura,uiene

d

porfi

col

capitale,

f:J"

4

pagarfl

poi di tutta la fomma

l'ufl~ra.

Tanto an::i

g:triano,t7 alfi1ggono

i

loro

tributarij, econ

tanti

da:::

tij,

e

gabelle gli aggrauano, cbe

non

fl

Legge

,

cbe mai

Signoria

aggrauaffe tanto.

E

incredibile

Lt

loro

in~

fatiabilitJ

,

dguifo di

Signori

ogni

de

fPelano,

e

JPe11s::

r1ctno

,fenza

d re loro

m"d

niente;

ne

anco

J

t

poueri,

che mendicano

danno elemoflne.

In

quefto fono

f

ola::.

mente

lodati,

cbe uenendo mentre

efli mangi:tno

alcu:::.

no,

non

lo

cttccidno:

anzi

l'inuitano,

e

uolendo

man–

giarui

gli

ufano

mofot

cortefia

4

tauola;

met

fono foz.–

ziflimi

nel

mangiare,percbe

(come ho

detto)

non

cuo~

preno

con mantili

le

tauole, ne ufano

mantiletti

da

nettar

fl

le

mani, ne

fi

lctuano mai

ne

le

nfiJ'ni,

,

ue

il

corpo, ne le

uefti; non mangi:tno pdne,

perc11e

non

ne

r~nno;

non mangiano herbaggi, ne legume' ma fo–

lamente carne

di ogni. animale infino

4

carne di

Ca:i:

ni,

e

dt

att

,

edi

C

ctualli,

e

di Toppi

dffai gro

ffetti.

I

corui

de

git nemici, per dimofrrare la loro crudcl::.

t4

:>

fiere:(x.a

>

cf

appetito grande di uendetta, aUe

uolte