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cibo, sono quasi abulici ed infine tristi, s Jmpre tristi. Le loro can–

zoni, meglio nenie, le loro danze e le intereNsanti quadriglie sono

s0mpre monotone e patetiche. La loro musica poi, per tutta la zona

andina, e tuttora la piu reale espressione di una tristezza che

addolora. .Ascoltare un triste canto accompagnato dalla quen:ti

in piena sierra risveglia una pena indicibile, profonda ed indi–

menticabile. E che tali caratteri psichici e somatici siano in re–

lazione con l'intossicazione giornaliera causata dalla mastica–

zione delle foglie di coca, aggravata anche dall'uso dell'alcool

e tratto dalla canna da zucchero, e non siano, come si ritiene,

provocati dalla decadenza della razza, viene dimostrato osser–

vando i Choli (Indi) che vivono in Lima, i quali non usano ne coca

ne alcool e che non sono secondi a nessuno per vivacita, furberin,

ed intelligenza.

Erano agli Incaici ben noti i veleni. Conoscevano infatti :

l'uirari

(Strychnus Castelnaei),

la cui corteccia serviva per prepa–

rare il curaro; il huañyhampi, un solfuro di arsenico.

Garcilaso de la Vega dice che usavano un certo numero di

prodotti per

«

alocar, matar

y

atontar

»

(far perdere

il

senno, uc·

cidere, istupidire . Riporta LaYoreria l'as erzione

di

Cobo che molti

dei Comascas erano al;>i ·

el

confezionare erbe ed altre cose vele–

nose con le quali

ccidevaino chi volevano, ed avevano erbe che

facevano piu o meno

anuo secondo la dose. Esempio: il chamico

(datura

di

stramo io ).

.Avevano anche nozioni

contravveleni. L'haquimasci (un

tufo) ed

il

junchu (erba della vipera) erano contravveleni usati di

frequente.

*

* *

Il volere stabilire dallo studio delle ossa umane se la sifilide

si manifestasse fra i primitivi e fra gli americani prima

di

Colombo,

e oggi un arduo problema. All'inizio delle indagini su tale malat–

tia, all'epoca cioe dei rinvenimenti di Prunieres, Parrot, Broca

ed altri si espressero positivamente, mentre, al contrario, Hunt,

Virchow, ecc. sostennero che non esistesse. Jorres, .Ashmead,

Tello, ecc. confermano la presenza della sifilide nei resti di antichi

peruviani. Virchow, Hrdlicka, sono del parere contrario. E, sino

ad oggi, il continuo discutere su questa questione, non ne ha pro–

vocato la soluzione.

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