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~~~~<A~..e?
~iunfe
fo !erra a capo della vil la,
bl11
ílette
co~
sl
un momenro, ch' ella vide apparire la car–
fOZza del Conté,
e
a qt1e!la viíla la
fi
turbu
tutea. Subito che il
Luzy
la fcoperíe,
fi
lan–
l!io fuori della curozza , e andatole incontra
con aqdolora l(o \•il o, le
di!le: Mi
va
no
al
cuore la grazia , c'.he mi fate ; almeno ho la
confolazione di
ved~re
, che licte fenC.bile
al
fravaglio mio,
e
po(fo cradere, chi vi di fpiac–
cia
d '~vormi
rcfo infelicc. Ne fono qifpcfata ,
(liíle Lauretca; e darei tuno
'lu~I
bcne, che c ·
avece facto, per non avervi veduro mai ..•
E
io , Lauretta; daroi qua11t' ho al mondo pcr no"
~ib~~~~·:~~h~ ~i~ ~:;;e:.,~~ ·f~I~ ?in~~'
/i':
cofa, che il Padre mio v'avc!le ncgata , eglj
'Vi
llima, e v' ha in dvorenz:a ..• [ Padri lono
t:rudeli : vogJiono fponíali, e io non po(fo fpo–
farvi: n n vi penliamo pili ; ora ci dh1id1amo
per femprc:
ci
diamo un eterno addio , noi
>
,he mai, fe l'avelle
volu~o
voi, non avremmo
f:Cffato
<lic
vivere
I'
uno pcr I'
~ltro,
d'
amare• ,
di godcrci in compagnia tutti que' doni , che
Fortuna ha
fam
a me , e tutti quelli , ch'
A–
more ha facto a voi. Ah ! che voi non illten–
dece punro que' piaceri, che ci erano apparcc–
chiati .
Se
n'aveíle qualchc idea!
e
fapellc
a
che rinunziate! ..
Ma,
bench' io nol
ÍaPt>ia,
lo
fento neJ cuore • Udire
me ,
dappoiche
v' he
veduto' quello che non
e
voi,
e
a
me nulla .
Prima io avca (empre Ja mente culta a.lle
be)–
le cofe, che mi
p~ometcellc;
e
poi cutto que–
llo fvanl: non vi penfai pil1,
e
non ho pcnfaco
ad
al tro, che a voi .
Oh!
fe 'I volelíc mio
Pa–
dre! ..
E
qual bifogno avece, che lo voglia
(~
gli
~