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A~~~~
ta
luigi, piu che tre
''elte I'entrata. della fua
collinetta . Figliuola mia, .,•ieni, efclamo egli :
vedi colui, che fe ne
va;
quegli non
e
uomo ,
e
Angelo del
Cielo .
Ma che debbo io credere
~
N on
li
puo dare ch'egli abbia voluto farmi u11
done di tanto . Va, Laurerra , corri dietro a
~~~~a
6
c~~o/~ z:~~~J~f~n~~~t~· edii;t~~n n;.c~ai''d~i
Luz
y
e avendolo
raggiunro , mio Padre , gli
diOe non puo credere , ch' abbiare voluto
furci
qud lo dono. Mandami a vai , acciocche ve
lo.
rellituifca . .. Ah! Laurerta, non
e
forfe quant"
io po!l'eggi0 di voi, e d<:I Padre· voflro
1
P-ctrei
io mai pagarnelo abbaflanza del!' ave.rvi fatta
nafcere ? R iportaregli queflo mefcbiAo dono :
c¡ud lo
e
un folo faggio della mia benevoleoza ;
111a.
teneregliene colara la cagione , ditegli
Co–
la
mente, ch'
io
mi chiamo feliciílimo del pote!'
prellare un picciolo fervigio e.d un nomo dab–
bene. ll'olle Lauretta ringrazia rlo , cd cgli
le
diRe : Doman1 :d io fpunrare delgiorno, paffan–
do in fondo al vollro villaggio riccvero ,
fe
lo
volete,
i.
voll-ri ringraziamcnti , e un addio . •
Come? Ve n' anderete voi domani? .. . Sl, me
ne vo il piu in11amora to , ed il piu infe!Jce de–
gli uomini . . Allo !puntar;! del giorno •.. Q.uel.
Ja
a un dipreffo
e
l'
ora, in
mu
mio Padre , ed
io
andiar.ioal Javoro .. Infierne
?
No , ei;li fe
ne va pruna, io indugio
"'º
poco , per la cura,
che ho della caía .. E palT:ne voi per quella
fuada , dov' io dcbbo andan: ?. , La pafTo di
fo–
pra da! villaggio : ma quando aoohe mi dovelTi
ftornare alquanto, fara ben poca cofa , ch' io
Jo
faccia per ranti conrraffegni d • amicizia . . ••
Addio dunquc , Lauretra, a domani . Fate
c:;h.'
iq