A~ct~~~A
par"e
falutandola di
\'edere in leí rianimarú
tutee le
,gra~ie,
e tutee Je
leggiadrie (puntar.e
ln <juel vi
fo ;
11
pr.eziofo colore .delia :Yerecon:
dia
(~
vi li fparfe un
furtivo forrifo, e quall
lmpercettibile molTe quelle labra di, rofa ; e il
favore d' una
·~ederrativa occ~iata
lo uaffe
j¡¡
un rapimcntd di
.~io)a
e d'amorc.
11
foo pri1tio
movimento, fe fo!lero llati foli, larebbe tlaco
cadere a' piedi di Lauretta : renderle grazie ;
~dórarla:
ina conianc!a agli occhi fuoi llefTi ) che
ritengano il foco dcgli
fguar~i:
la
fua'
fola
ma–
no flringendo la mano di coJei, che
il
cuor fuo
chiama íua amante, le (prime cremando quahtd
lia da-lla .do lcezsa traíportace.
. Bella Laurctta ¡ le dilfe ; dopo iJ bailo ,
íco–
!latcvi alcun poco dalle vollrt compagne, llrug–
gomi di voglia di fapere quelio, che avece de–
liberare •.•
o¡
nón farc un palfo [enza
I'
appro–
vazione del Padre mio , e di, íeguire in ogni
cofa il
paren~
di
lui .
Se .
voi
ini beneficate ;
¡.~;\~~º' ~:ii~e) li~h~~~~;
ee:i
:o~r:~~.
;.
~ .
(~hv~
guardaccvi bene
d~J
prendere C:onfiglio da J.ui •
di
lui principalmehte debbo temere. Sonovi
tra.
voi per amarfi ed uairfi, alcune maniere , che
il mio nome, e Jo flato mio vieta di feeuire •
Vollro Padr.e
vorrebb~
aífoggctta rini a 9t1elie
~
mi richiedercbbe un' impo'flibiliti.
¡
e
qu~ndo
id
giiele negaffi m' accuíerebbe,
d1'
io aveffi volu–
to inganrtarvi. A luí no"
e
noto guanto io v'
ami; ma voi , o L auretta , mi
c~ederelle
vol
capace di farvi dan no? Grande ingannacore
J.>~
reíle, íe folle ma]vagio
!
Abbiate dúnque corag–
gio, affidatevi a me .. Non
e
gia ch' io ne
dif:
füli,
u¡a
11011
polfo naícondermi a mio Padre :
;.M