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hianza umile e che toccava
i 1 cuore
!
e
que!
Cuo parlare, non
e
nnafdolcci:¡,:a
d'
arnore
~
Norl
farebbe llate certamen
te
piu modefio
s'
egli a–
vcílc parlato, alla Signora del Japgo • Fortuna
per me¡ ch' io era vefiita a(fai bene,
Ma
s'
egli
mi vedelTe fiammattina
!
l¡ual vcfiito
!
quale
fla~
to
e
il mio!
Crebbe in molti doppi
la llaufea della
fu11.
i:ondizione in ere giorni di fatica, e noja ,
ch'
_ell'ebbc a foflenere pdma
di
rivederé il Conte.
, Giunge finalrriencc
il
punt-0 da tutea dtie con
illn¡ggimeAto afpetAaro.
Tu~ta
la
gioventtl
del
r~!
1
.ª&1~ºr:~;a~~e~¡ ;t~rq:atªfi~bi~~~j, f~o~~
degli flrumenci da
iL
fcgno del bailo.
vanzafi
éolle fue compagne Laur!3tta non piu con que!)'
,aria prima rifoluta che avea aJJa fe lla del IJiJ–
iaggio , ma timida,
e
modella . Nuóva bellezia
a¡:li occhi del Luzy; che vedea una G razia ti–
Jnorofa,
e
decente in vece
d'
una vjvace , e Jeg;
,tiera Ninfa. Con difiinzione Ja Caluro, ma
Cen–
ia dar fegno, che fra .Joro
paílaíle
intelligeaza
veruná.
s·
afien ne an€he dall' accofla.rfeJe , cd
.afperco ,per danzar feco , che ua alero gliene'
Jieffe
l'
efempio: e qtiefli
fu
il Cavaliere di
So–
ligny , il quaJe dopo
la
fefl.a
del Villaggio non
avea ceílaro maí di
párla ~e
di Lauretra'
cori
una fpezie
di
ra,i>imenro. Parve al Luzy di ve–
'1ere
irl
Jui un fuo rivaJe, e fegui valo inquieto
con
gli
occhi ;
ma:
La,11rerra per calmarlo non
ebl>e punro liifogno
d'
accorgedi
deila fua
gelo–
Jia. Mentre
che
il Soligny danzo foco , volre
~!la
g(i G:ua-rdi qua
e
col;l
,
'º
ºº faccia d· indi{–
forenza ,
e
conregno freddo, e
trafcura.ro.
Ved–
.ne
h
VO!rjl
al Luzy
ru
dJn'.Za.r con
Jei ..
J!
cli
par·