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che a lei er.a ílata infpirata lirnitavali a ri–
butrare le fa lvaciche liberta de' giova ntJtti del
,.illaggio;
cd
il);t in quef.l' aria onella erifpetto–
fa
de~
Con te , non vedea ¡;ofa veruna da fofpet–
tar.e, e
guarda rlenc .
In cosl faa c
riAelfioni ,tlttta avvogliendoll ,
e
col capo ripicno dell' irnrnaginazione del luffo
• dell' abbondanza, rirorna al fuo woile fogi ior–
no
~
quivi le parvc cambiara ogni cofa. Q_uella
fu
la pri ma volea, in cuí Laurerca
li
trovo mor–
tificara d' aj,irarc forro un cctto di paglia,
Av–
vilironli q
1c '
fr rnplici mobili renduri gia a
lei
dal bifogno prezioli : comincio acl avere in
fa–
füdio quelle cure: domelliche , dello quali era
incaricara: non rirrovo piu il primo fa p0re ne!
pane da! fodor bagnato; e fopra quella paglia ,
fu lla quale cosi fa poriramence dormiva, folpiro
pcl deliderio di dorare cornici
1
~
d' un ricco
letto, e volutruofo .
Peggio allai
fu
la vegnente matrlna , qua ndo
Je
fu
torza rirornare al
lavoro
, e anda rfene
fopra un' ardente collinetta a follenere il cocio–
rc del folc.
A
Parigi diceva ella , non mi de–
flerei per altro . che per-
go~ere
in pace ,
(en–
za altro penliero che quello d' amare, e di pia–
cere .
11
Signnr Conte me l' ha beniílimo detto.
Oh!
com'
e
egli amaliile il Co'nre
!
Me
fola
ha
egli vedura di tutte queJJc: del villaggio: ha
fi·
no abliandonare le gencildonne del callello, per
non tllere in converfazione con alrri, che con
una vi IJanella • Non
6
uomo fu perbo egli
,
cuttavia
s'
e~li
vi folle
h.>.
bene di che
i:flerlo •
Parea che preferendolo io a perfone di villaggie
gli facelli fomnia grazia : mi ringraziava ,
oh
!
~OA
che atf
ettuofo
gu;udars
!
oh
!
ccin
e¡ual fem-
bia!l-