a
ves
veduie eadere , rien rrl>
in fe , :e dif•
fr ,
in che m' oílínero io
?
coloro ,
da'
quali vuol egli ch' io mi
ílacchi ,
fono
amici miei forfe
?
Sagrificherebbero eglino
a
me il piu minimo de' loro inr reffi
i'
cd
io perdo per loro la quiete della vita mia ,
l'
intorbido ,
l' av veleno , abbandono tut.
te quelle cofe ,
che
la pncrebbero rendere
oltremodo foave ? Dilpeno , e van ita
a
cio
mi muovoao . Ho io almeno voluto efami.
nare ,
fe
il marito mio avea ragione , o
no? Non mi ven ne alrro in fantas¡a ,
che
I'
umiliaz.ione dell' ubbidirgli . Ma chi co.
ma
nder~
, fe non comanda il piu
faggio
1
Sano una Schiava : e quale non
lo
e ,
o
non lo dee effere de• doveri fuoi
1
Chiamo
tirauno ua uomo onefio ,
che mi fcoogiu.
ra
colle lagrime agli occhi , ch' io prtnda
pen!iero
della mia
reputazione •
Do
'
e
d11nque la fuperbia , cho gli viea da me
rinfacciata ? Chi
la
quaoto io
farei degna
di compaffione ,
s'
egli
forfe
debele q uanto
fon
io
!
lo gli do afllizione in quel
rno.
menw mede!imo ,
in cui
egli ha un di·
licatiffim
, e atteotiffirno riguardo per
me,
Q.ueíli
fono
ton i , e torti reali , non queJ.
Ji
, dt' quali
incolpo
fui • Andate , dils'
ella ad uoa delle
ferve , aodate , e dite
al
padrone ,
ch'
io voglio
parlargli .
A
pea~
ebbe dato
1
1
ordine , che
fu crlta
da
un