che
fugg1r d<
<ild:
Santa ,
tJ
inviol•bile
amicizia , n<in volcr da me
di piu .
In qua.
le !lato ho io vedura quella
f.tnciul/n
!
In
<¡Jlale
ll•ro I' ho
;bbandoilHa
!
h1
b~o
el,
la
ragione
qudnd"
lo
dice
~
lCh
~va
de:'
miei dover'. . Ld
f,grilico non altrimtnti
che
u n~
vini na, e fon geo.:rofo a Juo
ca~
rico.
O
ami
o
mio,
poíla
tu
ra
·c••gl
iere
il frutto di queglí sf
,rzi,
ch'¡,,
r..
pa
vin–
c~rmi ,
goderri del bene,
ch'
io
tí
cedo ,
e
v1ver fel ice a coflo dell'infelicira mia.
·; 1
detidero , ch' ella e'
dIDÍ,
lo delider" ,
t
!li.
munio mi lid
il
Cido:
e di tu tti
i
miei
tra vagli ¡¡
piu
crudtle
e
il dubbio della buo,
na riulcita
de'
mie1
defida j.
Non
potea
darfi
che
Ja
Na~u ra
umana
dura!Te
in
cosi violenro
lbco . 11 N lf •o
do.
po
lunghi conjralli cercava quiete, m1 oon
v'era
piu
qukre
per
lui.
Fin• lmenre
rima.
fe
abbacrura la fua co!hnZJ , e 1' anima di
lui, perduro
il
coraggio,
cadde in un lar>guo.
re
di
morre.
La
foangiooe indebol ira
affmo ,
l'inucilira della fua
vinu,
l'immagine
da van•
ti
agli occhi d' nna
vita
tra vagliofa,
e dolea.
te,
la
va
cuita, ed
il
nulla ia cuí
I•
bbe
cadu-co
1'
ªCJ'imo
fuo celfando dall' amaie :o.
raly, que' doatiaui malí ch' avrebbe a
f,,.
fienere fe rurca via fegoi!Te ad
am;¡rfa
fem.
pre , e
píu
ancora
la
fpiventevole
idea
dd
Tomo, lf',
I
ve.