~ra/meu
degno di cQaipa!Ilopi: di leí . Noq
s¡
tollo
s'
er4 egli fcofiarq fla
C~taly
,
cq'
egli
s'
accorfe alla
rip11gn~nza,
cbe a vea nel
fuggirla , del rilchio,
chi:
correa
oell'
eCfe(¡:
vicioo
a
lei. QLJaQto gli er:). prima
ii
mbra_
to
uno fcherzo ap.pre(Jo <Ji
leí , di venoe
pe¡:
h
privazione cofa da
f~rae
qfo ,
f!
d' im.
porraoza. Nel !ilenzjo del(;¡ folitµdjn¡:
;i.vea
interrogato
l'
aoimp proprio; ed in c;ífo ave:i.
ricrovara l'amici:iia illangqidjta
1
ji fervcore
1
del ben pubblico divenutQ de!:¡ole ,
e q4afi
fpento ,
e
l'
amor fqlo
íig110r¡:ggiarvi coq
qucll' impero dolce
1
i:
tFrribile ,
~h'
eferci ra
fugli anin¡i buoni. Spavencandofi riconobbt:
che la ragione llelfa
s' •Ha
lafciara fedurre.
Non era piti c.osl fagro
il
dlrittq
eje! BJal). .
ford : almeno I' iovolontarjo ¡;!rrore
del
ru_
bHgli il cuore di ciraly era degoillimo di
fcula : finalmente
I'
ludian¡¡ era libera ,
ñe
Jo
freífo Blanfor<l (lvrebbe volucp pbbligarla
acl\ etTer di lui.
Ah!
fclagurato, ripigliq il
Nelfo.{l, atterrito da
pi
huovi pen!ieri. Do
1
ve mi crafporta
foor
dél diricw camminQ
un cieco amore :.
11
veleno
del
vizio
[¡
va
in me llendendo • di gia
e
corrotto il mio
cuore • Tocca forfe
a
me efaminare,
Je
il
cjepnliro
affidatomi apparcieoe
\l
chi
me
lq
añida
?
Mi
fon
farro
io Giudice , quandq
promili di cufiodirlo
!
L'
Judiana
e
libeo
roa
io
lo
fono
?
Mi
r~rxtbbtro
d11bbioli
. .
.
H
J
di-