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he tare!füe commof.
fo:
e
fe
l' amArlni
'e
per
1
ui difgratia; pie.
t~"1'otrebbe
indurlo ad aatarmi. Oirue
!
chi
.mH
pbuebbe vederíl
1
con indifferenz.a ama.
to come padre, riverito come uun'le
?
Chi
pu'O
vededÍ amare, come ib
I'
amo ,
e
non
amare· egtl ahcor'a
?
Voi non
!'
eíporrete
a
qucfio '.riílcri, ripig io Giulietra
~
gli naícon·
cterece la debolezza voftra , e ale
a
v
rece vit•
toria
!
No, Coraly, non vi manca la forza'
ma
il
t:oraggio
della
virf
u·....
Oime
!
con–
tra
alle difgrazie ho t:oraggió
1
ma concra
l'
hihore
ii
d~
coraggio
?
Q_ual virtu velete
Yoi, ch' io gli
o'p~onga
!
Turre s'
accordaaó
coa elfo amore. No, Mile<ly, di1e '}uel che
vj
piace :
voi m' adnmbrare la llleate , ne
vi merrcte dentro luce veruna. Ho bifogno
oi vedere , e
d'
udire il Nelfon
:
egli dar.\
qua! featenza vuole dellá mía vira.
Lady Albury non fapehdo piu che
far~
fi ;
e vedcndo che
Ja
Í•enturata Coraly
ii
'confurnaviÍ,
e
veniva meno fra le lagrime•
chiedendo tuttavia che le folfe conceduto di
parcidi) detíbero di fcrivere al Nelfon,
ch'
egli veni!fe
a
dill\Jadere cocella fanciullól
dall'
idcenti"<Jne
di
ricornarfene
in India , ed
a.
prefervarla dalla noia della vica
,
che
la
htugge!a
~ontinuamente:
ma
il
Nelfon no•
era.