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1
e
u.cu1 a •
La lccipena d'- u11
vocabo·
lo ,
ch'
efprimefíe qualche foave
affezione
dell' aoima era per leí
un
trionfo , Ne
fa:
ceva 2pplicazio11i pieoe d' ingenu'ira , e
d!
1en sezza: fopraggiungeva
il
Nelfno, anda·
v:¡ di
volo
a luí,
gli
riperea
la leziooe con
un allegrezza , coo una fempliciri\ , cbe
ª
luí
non
parea
ancora
altro,
che
un
follaz.
zo.
La
fola
Giulitcra ne fcopriva
il
rifohio•
Volle prevenirlo.
omiocio
dal
fare
inrendere
a
Cc:>raly ,
i:he non era
bella
crean za
del
Tu,
ma, che
¡¡bbilogpava dir{i
'Uoi
1
rrarrone
era
frarello
1
e ÍOrdla . Coraly
Ji
fece
fpi~gare
, che
fi.
gnificalfe
bella creanza,
a
che
folTe
buona,
i:
fe
frarello ,
e
forella ne
ave!Tero di bifo:
gno
?
J,.e
veope rilpntlo , che
nel
mondq
i:ra
un fopplemenco alla beoivolenza . Con–
chiufe , oh" fra
le
perlone ,
be
s'
ama va.
po
er~
lllutlle. Le
fu
aggiuoto,
che dimo.
jlrava il ddiderio di far lt:rvigio, e piace.
re.
R1f
P"fo , che
ca)
defid
rio
li
imdllrava
da fe lenrn In
creanza : p •leía prnpooendo
per efempio il cagnolioo i Giuliett ,
che
rnai nc>n
J'
abba n•
on~va
,
e l'
arezzavª'
!empre,
f,
domac
to,
fe
llo a•ea crean.
za • Giuli<'rt
li
tli(
e
lfa
dcceuza , Ía
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conJ.o· "
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I' ari..
troppo
lib. ra ,
<
',r • olea di
c.
rJly col Nelfoo ;
e l' In
n~
,
<
pur.: avta ideJ della in–
vidia,