Jir~
di lei: era
fi
rbaco al Nelfon il vaotag·
gio pericolofo di fvilup¡¡arnela.
1l Blanford piu bello fuo amico ,
ma
Ja
betlezza
fu1
ave~
uo' alterezia rpafchia,
e
feria , come il fuo carauere.
l
fenrimen.
-ri da lui concepuri pee la fua Pupilla
1
avea–
no piu dell' anima
d'
uo padre, cqe d' un
inn:imoraro: eraoo atrenzioni, !enza coaipia–
c:enza , bonta fenza grazie, renero intereífe
1
ma
malioconico ,
e
deliderio di render lei
feco
felice,
piurfoílo che
dj
re11der
iC
felice
con lei.
11
Nelfop dj carattere pit'i
adatcabil~
,avea
a.ocbe piu dolcezza
ne'
lineamenri, e nel par.
lare. Gli occbi fi¡oi priocipalmenre, gli oc–
chi eraoo
l'
eloquenza del!' anima •
ll
fuq
guardare,
il
pii'J affeuuofo del mondo , pa–
rea, che penerralfe ne! fondn de' cuori , e
con
q
uclli
iotratenelfero inrelligenze fegrece •
La
voce fua era tuono , quantlo crarravaCi
di
difendere gl' iotereffi della patria, Je leg.
gi, la gloria, la liberta di
que/la ,
ma in
una converfa¡.iooe domellica, era fenlibile,
e piena
di grazie: e quello che piu caro Jo
r.eodea, era un' aria di modefüa fparfa in
1ut1~
la
fua pecfooa. Coreíl' uomo, che
al.
la tella della foa Naz.ione avrebbe
fatto
tre–
mare un riranoo , era io
foci~ti\
fi
rifperco ·
fo,
e rimido, che una parola
fola
deua a
fua lodc lo facca arroffire •
Lady