altra arobizione al n1ondo fuor quella d' ef.
fer degno di leí, e dí voi.
Non
li
pul> djre qu<¡,nta ¡:onfolazio,0e pror
.yaffe Tiroanre nel vedere di giorno in gior–
no la buona riufcita delle prove , alle qua.
Ji I' avea pofto • Si coftanre
fµ ,
che lo la–
fcio pel corío di cinque anpi attendere cou–
iinuamente
a
riftabilire
1<1 fu<1
fortuna , di.
vifo,
li
puo djre, da! ¡pondo,
e
dividendo
jl
fuo •ivere fra
il
fuo
gabineuo, ed
il
pac,
latorio d' Angelica. Finalmente vcdendo be.
ne alfodata l'abitudine, e gli antichi germi
¡.Je!
vizio tutti affogati , ando a ritrovare,
Alciroone ,
e
gli dilfe: Anticp amico mio .,,'
voi a vete, a quanto
li
narra, una garbat:i ;
figliuola: vengo a proporvi per Jei un par
iito conveniente ,
e
dal lato della condjzio.
ne , e da! lato ddla fortuna vantaggiofo, 1:
Vi
fono obbligaro, rifpofe Alcimone : roa
fappiate prima d' ogni alcra cofa , ch' io·
oglio liOmo della mia fteffa condizione ,
e
che
11
arrec~i
ad onore il chiamarmi padre:
perch' io non mi fono affaricato
ip
vira
mia
per dare alla .6gliuola un marito, che arrol.
fifca di me. Appunco ripiglio Timance ,
11
l.!O!UO
>
ch'
io Vi propongo
>
C
3
J
propofito
vnllro
!
Egli
e
ricco, onoraro , e vi rifper.
tera
fempn: ••• Chi
e
egli? . . Non potrei
dirvelo alero , che in ca
fa
mia; la v' invi.
tg
a r)nnov?re col bicchieq: alla
P1?ºº;
un'
ami.