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un momento; Préndece, difs'eglj, queílo

e

iJ

mio portafog(i

:

CÍ$0

e

WttaViíl- ancora

foroim aífai beue; e vedendo la maraoigli4

d' Alcimoue, fappiace,

g.li

dilse

,

cbe

I&

mía.

rovina non

e

altro che 1una favola • Era

c¡uel\o giovane fideo gqafio dall' idea dell'

efsere Rato ricco; per corrc¡ggerlo ,

io

non

ho

ritrova~o

miglior rneuo , che quello di

fargli credere,

ch'

jo a vea ptrduto ogai co–

fa.

La finzione mi riufcl,

E~colo

nella buo.

Dll

via: e di

piu

fon ora certo, ch' egli noq

ba piu voglia di nicadere n•gli erroti dell4

fua gioveatu:

i

rempo d' af!idarf¡ a loi. Sj

figliuol mio •

io ho tune

le facoha aneo.

ra, che avea un

tempo, accrefciuro da

cin.

que anni d' economía , e dal

frurto delle

voílre affiduira , Adunque vi cbieggo &n–

gelica per lui ; e fe qualche alcra ragioni;

pccorrefse , per iodurvi ad accordarmela

1

vi coufülSerei , che

l' ha vedura al Moni.

¡\ero ,

ch' ha rifenriro per lei

il

piu

affe~~

~uofo

amore , e che quello amore ha

ope~

rato piu , che la .íhfsa difgra;iia , •nel te•

nerlo al foo dovere , Menrre che Timaace

non avea alero facto, che tencare I' animo

1

e le difpofizioni del Padre d' Angelica , eL

Ja,

l' amica , e l' amaoce , non aveaoo

al~

tro feotito in cuore, ¡:he .i movirueoti, e

I~

coufufiooe della Speraoza ,

e del cjmore ;

¡na

alla

vifia del Portafogli,

alla

novella ,

che