loro. Q.uivi giuoci videro
l'
immagine del–
la
felicita, e della vinú nel
Sig~ore
, e nel–
Ja
Signora di Lisbe, dati!i cutti in mezzo al.
la vegnente
loro famiglia unicamente ad
informarle
l:l
volonta , e l' intclletto.
Si rintenerl Acelia ne! vedere la grazia ,
la decenza , e fopra ogni altra cofa di quell'
aria di concentezza; che oílervava
in que'
fanciulli. Non aveano ne quella tema fal–
vatica, ne quella iodifcreta domeltichezza
>
che fogliono avere
i
faociulli. Nel prefea.
tar!i, nel contegao , nel parlare, oon pa–
rea di vedere altro che uno fquilico
nacu.
rale, tanto avea l' abitudine re!i facile tu r–
ti que' ruovimenti , ch' erano fiati
indiriz.
zati da lei.
Non
e
quella gi?t una vi!ita di civilta •
diífe Acelia alla sígnora <li Lisbe ; veoiamo
ad ammaefirarci in caía voflra del modo d'
allevare
i
noflri Figlioli, e a pregarvi che
ci diate i pri ncipj , ed il metodo, ufati da
voi con riufcita
cosl grande.
Ob
!
Sigaora, mm v' ha cofa piu
fem–
plice , le rifpofe la Sigoora di Lisbe • Ri·
ducon!i i noflri priacipi a
trattare
i
fan.
ciulli da fanciulli, e far
sl
,
che
le cofe
utili prenda no afpetro di giuoco, e
render
femplice quello, che loro s' infegna , ed al
non iafegoar loro altro , che quel che pof..
fono co.ncepire , A
A
che i1 nofiro metodo
li
e
4
ri-