rillri ugc a picciola cofa ; e coní1(1e nd gui–
dare ali' ;immaellramenro per via della cu•
riofit¡\
¡
e
fo110
que!la dolc' efca nafconde.
re l' idea della far ica , e dell' oppreffione ;
e indirizzare Ja fielfa loro curiolica con cer.
re idee , che le
li
gicrano a cafo, iovoglian.
dola di coglierle. La cofa pili difficile
{i
e
il far pafrere in loro emulaziooe
J! ,
non
invidia; ed in quetlo punco abbiámo piucrp–
fio avuco fortuna, che merito .•, Jlgli non
11
puo dubitare , che non dbbiace d'aro loro
Mae!lri eccellenci ••• Non, Signora ; abbia–
mo noi medelimi impararo quello che
d
parve a propo!iro d' ioíegnar loro • Nol\
yedere .voi come Ja colombd fma lcifce il nu..
crimenro ce' fu oi pippioocini
¡!
lmiriamo quel.
la;
e ce ne nafcono vancaggi , e dilecri :
qµ ello d' a11.1maefirar ooi; e quello d' am,
m ae!lrare i noílri figl iuoli.
Tanro pili riefce dilerre vole quefia pie.
ciola fatica, ripiglio il Sigoor di Lisbe , che
noi abbiamo rifervato al tempo della ragio,
¡¡,e
tutte le cognizioo i ailrarce; e le nofüe
leiioni
li
confinano oggidl a que! che
ci
eade focco a' fen!i. La fanciullezza
e
quell'
eta , in c1,1i
l'
immaginativa
e
pili vivace '
e la memoria pil) docile ; noi reniamo
pe.
cupata
1'
anima de' nofiri figliu oli agli og..
gecri di quefii due organi _La fuperficie del–
la
cerra
e
un' immagine; la Storia degli
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