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dere con foodamenro , ch' un fanciullo

f1a

Ípcorreggibile,

s'

qa prima ad a•i;:r f.t¡o ngni

tentativo per

¡:~rreggerlo.

Noi non fiamQ

lle

fcempi,

-t1e

ptcivi; non lodebbonoeffere

i

nolhi figliuoli . V1viamo con elfo loro ,

e per loro ;

ti

do paro!¡¡ c¡ie fomiglierao–

po a noi.

Voi vedrete fra poco dµe colleghi , difa'

ella la fera ali' Abbace. Veniamo ora da un

luogo, do e abbi;¡mo ancicipatatIJence fatto fag.

gio del piacere d' allevare i noílri figliuol i: e

gli racconc.o quaneo aveano veduto,e udito. Ora

vogliamo frguire il piano mede!imo , fog–

giunfo. Voi, Abbace mio, farece il !',faellrq

<!elle lingue

;

Melidoro

ij

dara allo fiudio

dell'

~rci,

e della Natura , per crovar!i al

cafo di .daroe lezioni •

Io

ri{erbo a me la

parce piil facile , e femplice

:

cofiumi ,

~

cofe di íencime¡¡to; e fpero fra un

a¡u¡o

d'

~cqui!Ja¡e

tanta attivica , da venire del Pª:

ri coa voi. T occa a voi farne vedere , e

a!Tegnarci le fonti, indirizzando pa!To palTo

i

nofi¡-i

R~di

pel c¡¡mmino , e piano

pi~

breve.

L' Abbace applaudi a

co~i

fatta emulazio.

ne; ed ognuno di loro fi diede a compierf!

la fua parte con un

fer~ore,

che non P,1lq

non vena.e maj mapcq, m¡¡ ando

rinforz~n':

d9fi

(empre~