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ra Lucia

!

quelle della prudeoza medelima,

Coo quali

lineamenti ma raviglioli

quell•

Mondo, ne! quale io dovea vi

ve

re, era di.

piaco agli occhi miei

!

Come

facea

parer

belli que' cofiumi puri, e modefii, de' quali

elfa era il vivo efempio

!

O/¡

!

come deli,

neate da

l~i,

e fotto al difegno fuo, ch' e.

ra un incaucelimo , tucte le vircu diventa•

vano grazie

!

In

tal forma quelta figliuola

amabile, parlando della . madre foa, mefco,

lava continuamente

ceoeriffi~i

lamcnti,

ed

affcmuofe lodi: ma il fuo giudizio, e l' aoi.

mo eranodi quella, che formati gli avea , piu

oobile, e piu degoa lode. Se iotoroo a lei

mancavano

a

quah;uoo quegli ornameoti ,

che una perfona, che viva con agio., pul>

avere,

Angelica~fe

ne priva va

lietamente

1

e il darli altrui ,

·on le coíhva alero peo.

fiero

' che que! d1 fario cdatameare ;

ne

cooofceva , cbe

ci

foíle

alti:o

bifogao al

mondo , che quello

di

pre1lar fervigio

~!·

rrui • Pen!i tu, come penfo io , diceva el·

la qualcbe volea

a

Lucia

?

Elfendo io piu

fortuoaca delle noílre compagne, quefia di·

fuguagliaoza m' avvilifce , e arroílifco per

la fortuna , che ha fatta una dil!ribuziooe

co5i fconliderata de' doni fuoi.

Se

Yha co•

fa

alcuoa , che compe.oíi gl' infelici' ed

e.

che vengono compaffionati,

a

amati, quan–

do a noi, che dovremmo elfere odiati, fao"'

no