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uella perfcina

vóllra

un tellimnnio certif–

fimo , e fen za eccezione .... Non, Eignora ;

farefie perdura . La moglie regna éol diíli.

mulare : i rigu ardi, la dolcezza, e le bel–

Jezze vol!re: ecco i vantaggi, che

a

vete

fopra di noi. Q_uerele ,

e

rimproveri

ci

fanno pili afpri

:

il modo peggiore per

c~n­

durci a correzione,

e

quello del renderci

confufi. A vea ragione,

roa

non gli giovo.

Acelia non glíela fece buona punto

ne

po.

en. So benillimo, dice

va

ella,

a

qua! rifi.

co corro;

ma

vengafi anche ad

un'

apena

difcordia, io non voglio elfere col filenzio

mi© un' adulacrice del marito . Diffe qua n–

eo pote per di!Juaderla :

fi

1rovo co!lretro

a

chiederle grazia , e

a

fupplicarla ,

che

non volelfe puoire il fuo forfe imprudente

fi: rvorc.

E'

quella dunque , dilfe

A

celia ,

quella coraggiofa franchezza, che va in .

contro a tu teo feuza timore?

lo

faro piti

di

voi

faggia: ma

voi ,

o Duranzone , ce–

netevi quefio bene a mente: Non dire mai

degli a:nici vo!lri

q

uello, che non volete,

ch' effi odano • Q_uan to a me , abbiafi il

marito mio qua! torro

li

voglia , non

me

ne parlare mai piu : ve lo proibifco .

Duraozone ioforíato d' ellere cosl male

flato

a

ceoleo da Acelia , giuro di volere

fa

foa

rovioa ; roa prima facea di bilogoo

avvilupparfa nella rovina

del marico.

Non