Table of Contents Table of Contents
Previous Page  130 / 374 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 130 / 374 Next Page
Page Background

imicarli le grazie nobili , e femplící d' un

vero uomo dí coree, atcenenli a' madi de'

nofiri Signoroni , avendoglí per modelli

buoni,

'

Gli farebbe flaca vergogna

non

poter

dire:

i f eudi miei, miei Vtrf[alli:

adunque

impiego la rnigl ior pure de' fuoi capicali

in ter reni , dí rendica ne! vero fottile ,

wa

di magnifici citoli,

e

dirírti .

A vea urlíco dire che i Sígnori grandi

aveano fatt ori che loro rubavano , credico.

ri da loro non pagari , innamora ri poct.>

fedel í; avrebbe ílimaca cofa non degna d(

se ,

riv~dere

conci , p1gar ,debití , effer dilí.

cato in amore .

A

pena il fuo primogenito era pervenu·

to

a'

fon'

anoi, che con grancli11ima atten.

zione gli fctlfe un

Ajo

profoncuofo ,

e

fcíocco beoe, íenza alrro merito che queilo

di fal utare c00 garbo .

Era que!l' Aio, loteo la prorezione d'un

adulatore di Melidoro, chiamaco Duranzo.

ne, uomo infolenre, e vile;

un~

fpe cie di

M a!lino, che abbajava a quanci pafla vano ;

ne

carezzava alrrí che il foo Pad rone .

ll

Mifantropo arrogante , e ílrano , era la par.

te da lui rapprdencaca. Glí parea pu re una

bella e agiata cofa, erfendo egli ricco , ed

ava ro , avere una buona caía che non

foffe

la

fua, e

p~lfatempi

d'

ogni

q

ualira ,

a

lle

fpefe