imicarli le grazie nobili , e femplící d' un
vero uomo dí coree, atcenenli a' madi de'
nofiri Signoroni , avendoglí per modelli
buoni,
'
Gli farebbe flaca vergogna
non
poter
dire:
i f eudi miei, miei Vtrf[alli:
adunque
impiego la rnigl ior pure de' fuoi capicali
in ter reni , dí rendica ne! vero fottile ,
wa
di magnifici citoli,
e
dirírti .
A vea urlíco dire che i Sígnori grandi
aveano fatt ori che loro rubavano , credico.
ri da loro non pagari , innamora ri poct.>
fedel í; avrebbe ílimaca cofa non degna d(
se ,
riv~dere
conci , p1gar ,debití , effer dilí.
cato in amore .
A
pena il fuo primogenito era pervenu·
to
a'
fon'
anoi, che con grancli11ima atten.
zione gli fctlfe un
Ajo
profoncuofo ,
e
fcíocco beoe, íenza alrro merito che queilo
di fal utare c00 garbo .
Era que!l' Aio, loteo la prorezione d'un
adulatore di Melidoro, chiamaco Duranzo.
ne, uomo infolenre, e vile;
un~
fpe cie di
M a!lino, che abbajava a quanci pafla vano ;
ne
carezzava alrrí che il foo Pad rone .
ll
Mifantropo arrogante , e ílrano , era la par.
te da lui rapprdencaca. Glí parea pu re una
bella e agiata cofa, erfendo egli ricco , ed
ava ro , avere una buona caía che non
foffe
la
fua, e
p~lfatempi
d'
ogni
q
ualira ,
a
lle
fpefe