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uomo non tenuto iq concetto da
lei ,
Acelia accrno
l'
av vifo
feo za mo!lrarfens
punto alceraca, Egli profegui
,
fece gra n
mo!lra del fuo zelo,
e
declamaioni conera
i
capricci,
e
le firanezze
d~'
marici cle'no·
firi dl ;
aggiunfe d' averne facto arrollire
Melidoro, e mttnindo
~I
confronro le gra·
zie ,
e le attranive
d' Acelia
a quelle
falfe bellezze , che toccavaoo
il
cuore
al
fuo madco, ranro
li
rifcaldo , e fenza rí.
flet tervi ando rant' oltre, che rradl
se
me–
delimo. Cosi , difs'ella, vuol elfer facco
il
vero
a
mico; tali non chiaruo io que' vili ,
che van no a foconda, tenuti a' lianchi da'
vil.lofi, che voglíono elfere lolingací,
e
fer–
vi
ti
d~
fchia vi.
lo
fono, per efempi.o , piu
che cerra, clw voi avrere detto a Melidoro
ful vi
fo
quanto avece ora decto a me •••
Sl, SignorJ, e molco piu •• • Avretedunc¡ue
animo di rinfacciargli in faccia mia i torti
fooi, di caricarnelo qua neo pctrece
? •••
~n
faccia. vo!lra, Signora
!
Avvertite bene
di non far nafcere uno fcandalo :
il
fa r
casl farebbe un
renderla alienara da voi
fenza ripuo . E'argogliofo,
d'
arrollire in
prefenza vo!lra avrebbe fdegno.
In
me aon
vedr bbe piu altro, che ua amico perlido:
e
chi
fa
finalmente
a
che darebbe la colpa
della noílri
ti
grec&
iotelligeoia
l
, . .
Non
¡mporca
1
voglio coovincerlo , ed opporgli
A
4
nella.