DE' C STVMI DELLE C
TI
gtU[to,
cbe
i
fold..tti,
clJe
P
poneuano per la falute dell:t
p tria in pericolo della uita, poteffero
effere
condotti
per l'ufure in prigione; la quale legge tanto
piacque
d.
S
olone,
cbe
la
tr,tsfer1 in
AtlJene
,
e
fa
cbictmd
fi.Jatea;
ordin
ndo cbe non
fi
pote{fi
f.tre tmpregionare
a/cu:=
no cittadmo per
lo
non bauere pag tel'ufure.
Ma
que~
fta
Legge
pr1uat:t
in
fauore
de
i
l~dri
non
ft
ritrouo
m:ii
altroue, fuora
cb
ne gli
Egittij,
fJ.
!
gge era
queft:t,
che
chz b:tueffe
uoluto
ired
rubb
re,
fufle zto
prima
d.
fare
fcriuer
ii
nome fuo
prefTo
ii
c
po
di
facerdoti,
e
poi portato
fi~bito
quello,
cb'
gli
rubbaua,
medeflma%.
mente
d
coftui erano
fimilmente tenuti qu
Ui,
4
Ii
qu:t=
li
erano rubbate
le
cofe,
di andttre d:tl
med #mo
[ac
r:::
dote,e di
far fcriuere
il di, e tbora,
ch'erano fiati
rub
bati;
~
d
qu
no
modo
fi
ueniua facilmente
d
trouctre
il
furto:
e
chi
era ftato
rubbato
ueniua d
perderne
ltt
quartd parte,
f
qua[e
ji
dctUd
di
ladri.
onfidero
il
dattore
della
legge,
ch,
era
impoflibtle
uietare il
rub::
bare,
ech' ra
meglio,
ch chi er
t
rubbato
ne perdefTe
una parte fola, cbe
ii
tutto
•
I
matrimoni de glt Egittij
furono quefii.
Ai
facerdoti
nott
era lecito menare piu
cb'
una
moglie;
d
gli
ctltri
qua11te ne
fuffero loro
pid-::
cfote,
e
fc
condo,
che foffriuctno le !or facultd.
dt
poter==
le fofienere;
non
ft
trou.t, nc
fl
fa,
cbe
cofa fia b.iftardo
preffo
gli
Egittij,
ancbor che najc:efF di ferua,
o
di
fcbi<tua comprata;
e
fi
moueno
con quefta r gione, di
cendo,
cl,.
el
pctdre folo fla
auttore
deUa generatione,
e
del {dngue,
eche la
madre
non ui dia alcro, ch'
el
nutri::J.
men
to,
e:7
il
luoco,
doue
fi
nafce;
crefcono
i
figli
loro
con pochiflima,
o
nulla
JP
fa,
p rc/Je
Ii
ct
ocono
fc
tto
l