E' COSTVMI DELLE GE TI
dicdndo
effere
fceleranz.a grandifiima fa gli
lmomlni,
11
fare mo
rt
re olut,
dal
quale
babbi riceuuta
la
uita.
Ledonne, ch'
erano defhmtte
4
morte,
s'
elle
fu!Jero fia::
te grauzde
>
safPettaua che parturifJero per
no
fare mo
rire
f
innocente co'L
nz,tf
fottore,
o
per nonfarne mori:::.
re duo
bauendone faUito un
folo.
~ados'
era
ful guer
reggiare,
cbifuffe
ufcito de
tordine
fuo,
d
non b<rueffe
ubidito
al
Capitano
,
non
erd
fatto morire
;
ma
ra di
un
t
l modo
punito
,
cbe gli
era
grandiftima wfamia,
e
uergogn.i,l quale co'l bene
operarfl, econ le uertu po
teua
hen co'l
tempo
fc~ncellare
>
eritornare n
llo
fiato
di
prlm..t
•
E
cofi per quefra Legge ueniuano
gli
buomi-::
11i
a
temere quefta uergognct
>
e
quefto
dishonore
piu
cbe
la
morte
.
Ma
fl
troncaua la lingua
d
chiunque ha::
ueffe riuelato
a
nemici
i
fecreti Loro
.
A
chiunque Tut::.
ueffe
tofa
la
moneta,
d
cognata
lfl
f~lfa
,
o
guafto
i
l pe:::.
fo,e la form" (ua,
d
he baueffe gionto,
d
m:rncato nel
Je
fcritture,
o
prefentate polize falfe,fe
gli
tagliauano
umbe le
mani,
accioche quella parte del corpo, c'ba::
uefTe
peccato,
per
tutta
la
uita n'baueffe
let
peniten-::
tia;
a
dncbo
percbe gl
i
altri,medidnte quefto effempio
di
miferia
,fl
guarddfF
>·o
da
fimili
fau
L.
Erano
ordi::
nate ancbo
graui
pene
a
gli errori, che
ucgo110
per
co::.
to
di
donne; percbe
d
chi haueffe forzata
rmci donn
Ii::
beret {e
gli
troncdua quel membro per
lo
<:]Lule
I'
Imo–
mo
e
buomp) e
quefta pena
cofl gr.tue era
ftata
nufu~
rata
con la grand zz;t
del delitto,
percl
in uno erro==
t
ueniuano ad efTere fatte
tre
fceleranze grandi,
cioe>
l'ingiuria
alla
donna,
e::;-
il
corromperl.t,
e
1'1
co11fufio::.
ne
de
femi, m diante
laqudle
ne
uemua
Ia incertezzet
de