LIBltO III.
9
l'al ro
nelle
opere
uirtuofe,
~
eccellenti.
ErdtlO in
tre
cori
d·'uifi
tutti
,fecondo tre etti
;
trouandofi
dunqu•
ne' facrificij fol nni, cominciauano
i
ueccbi
a cantare
con alta uoce.Noi
fu 1tz
ogia robufti,e
gagliardi, allbo
ra che erauamo
giouam;
er
i
giouani fopragiungeuas
no; noi
fiamo
bora
giouani'
e
forti;
es'
e
chi ne uogli"
far
proua, uegnane
•
A
quefto riJPondeuano
i
putti.
Not far mo
ancho
come
uoiflete,
e
forfe
migliori.
Ri::
finfce Plutarcbo cbe
inflno
al tempo fuo erano certi
modulami
Laconici; d1
quali
fi
feruiuano
uolendo
ire
a
d.tre aJfa
Ito
a
i
nemici
.
Ma
Tucidide
,
che
rifirifce
quefio coStume di
Laconi
,,dice che
efli
uforono
i
piffes
rt
neU batta lie; ma ne'facrifiaij
non
mai :
e
che
non
gli
ufor no
rcbe
ft
eccitaffero piu
gli
animi al
com~
b.ittere
(
quello
c11e
fero
i
Romani co'corni,
econ
le
tro
be ( m.t percbe apicciaffero la
zuffa
con
tm
paffe
pi4n
piano eguale, ne fuffe niuno che ldfcia{fe
l'
ordine
fuo
~
ntouendo{l
ogmuno
a
tempo co
I
fuono
•
Vn
uerfo
d'
un
Poeta Lttconico cifa ctccorti ancho
,
cbe
non uforono
in qv.efto
cafo
folament
i
pifferi, ma
la
lira ancbo
;
il:::
'lual
cofrume
ft
puo penfare, cbe fu[fe tolto da Crete'$.
Ji.
Herodoto fcriue, cbe Haliate
Re
de Lid
j
in
quell&t
guerra, cb'egli
mo!Je a
i
Milesij,
mend feco nel
mezzo
delle
zuffe
t
foncttori
difampogne,
e
di
lira,
e
quel,
ch'e
ndegno
adirfe,ui mend ancho le delicatezze
)
e
le cian
cie, cbe
fi
fogliono ne'conuiti
bauere.
Mai
Romani
ap
picciauano la
zuffa
de
piu.
de'foni
di
corni, e
di trom::i
be:> con un grido di foldati
ardentiflimo;contrario
affei
ttquel cbe
fcriue
omero de gli
Achei,
iquali
egli
in~
duce aUe battaglie tacit, ma
uigorofifl1mi.
I
Franciofi
N
J
(come