DE'
OSTVMI D !LLJ! CENTI
c11e
fuffcro
p·u
robufte
nel
p~rto,
(J"
atte
Jd
alleudre
i
figliuolz, s'effercitauano
anchora
elfe
nel correre, nel
le lotte,ne Itir.:trc
il dardo,o
fare uoltare
il
difco
•
Non
fi
uergog11aua110
dt
farfi
uedere ignude apertamente,
come
ifanciuUi,
ne
di
faltdre,
e
cantare
in alcuni
fa~
crificij,
efefle,
anchor
cT,e ui
fuffero
i
giouani
pre
fen~
ti
a
uederle; ne percio quel
moftrdrfl
ignude fu mai
disbonefto,
o
hrutto
,
percbe
u'era infleme aceompa::
gnato il riJPetto
deUa
uergogna,fenza pure
un
poco
di
lafciuia: cbe
merauiglia,
dunque, che nelle donne
La:::
cone
fu(fe
quel uiuace,
e
generofo
in egno,
e
quellct
f'rontezza
in
tutte le
cofe cofi
4
tempo
r
Era
priuato
di
potere
uedere tutti quefti effercitij
colui, che
no
ha~
ueffe
tolta
moglie
in
fua
uita;
e
nel mezzo
della inuer:::
114ta
bifognaua
cbe ignudo andd/[e per tutti la
piaz:::
~a
intorno;
percbe
e non fufie
honorato da
i
gioua,:
11i come
gli altri
uecchi erdno
•
Qgando le ue1·gini era$.
no
atte
ad
11tuer
marito,
erano
rubate
da
i
giouani:
e
cofi le
ueniuano
ad
eflere
mdritate
•
Let
fPofa dentro
la
can,
era
prima,
fl
tagliaua
i
capelli, radendofi
late::::.
fht col
rafoio; ecofi
poi
n'
entraua
dentro
lo
fPofo
4
fcioglierle
la cintola uerginale,
accoftdndofi
d
let
fo::.
lamente di notte; ne mai
riguardauct
di
giorno
la
mo::.
glie [ua, fino
4
tanto
cbe
non bauefse fatti figli.
Er4
lecito
4
ueccl1i
mendrft
in cafa
qualcbe honefto
gio~
uctne
e
da
bene :
eper
potere hauer figli
dellafua mo::
glie,
locarglielo
acanto;
e
quel cbe
ne
ueniua
poi
d.
na..
fcere
il
teneua
per
fuo;
es'
alcuno
baueua una
{econ~
da,
e pudica
moglie,
non
gli era
uergogna,
s'ttlcu::::.
no b4uefle bauuto
ardire
di
perfuaderli,
'be
l'bauefo
fo