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181.

CATALOGO DELLE LINGUEJ

r.

Lingua .L11tina

;

30S·

A'

tempi

di

Numa Pompilio, secando Re di Roma;

1

che mod nell' anno

83.

dalla fondazione di questa

,

d

11

Cittl, ovvero neW anno

671.

avanti la nostra Era, la Jingua La..

"tato e a •

\

1 •

·

1

h 1

liogua

Lati- tma era

S1

ro~za

, e con tante paro e toresttere mesco ata ,

l

e e

na a' tempj,

legg,i

da. Numa promulgate, ed

i

versi de' Sacerdoti

falj

istituiti

t

1

R~~

11 •

dallo stesso Numa non

s'

intend~ano

nel primo secolo dell' Era

aL

Cristiana, com'

il

dice

Dionig.io

Alicaroasso, che vivea allot·a.

In

Festo trovansi alcuni fi·ammenti delle legg.i di Numa, che

noto

di

sotto,

(a)

e di altri Re Romani, e da essi rilevasi lo

stato della lingua Latina

a~

tempi di N urna. Ne' detti frammen•

ti trovasi la parola

arietem,

che

e

Cantabra

(.~70)

,

ed inoltre

o5servo, che

gli

antichi Latini terminavano in

J

parecchj tem•

pi, e cosl diceano

tolitotl, oportetotl, estoel, subicitoá;

ed

i

Can..

tabri terminano sempre le sei persone del

Prl!rente,

del

Preterito,

e

de'

Futuri

in

áet, áec, áeu

,

áegtr,

áetuff, Jeue.

306.

Q.uesta osservazione

d~

mottivo a congetturare , che il

Latino non poco abbia preso dal Cantabro; ma

perch~

poi

si di..

mostrer~,

che nel Latino sono pare.:chie parole di origine Can•

tabra, e che

il

Cantabro certamente si

e

parlat() nell' Italia, io

perora supponendo queste cose come dimostrate brevemente discor•

ro delle parole di

al

tri idiomi, che nel Latino sano &tate

intro•

dotte, e dell' origine dello stesso idioma Latino.

307·

Questo, dice

.il

Sigh

Ab.

Spagni

nel

Libro

Jesi.r:,:s iJelt•

rum

al

numero

I

90.

proviene daU' oscul'a.

lingua~

che in Roma

si

par·

---------------------

(a)

Leggi di Numa

!ei ñemonem futmiu Jobis

ocis)t nei sqpera genua tolitod

hemo sei fulmined ocisus esrit

oloe iousta nula fieri oportetod.

5e cuips hemonem loebesom dolo–

sc:iens mortei duit pariceidad.

estQd •

Sei

im

imprudens se dofo malod

oceisit prG capited oc:eisei,

Be

nateis.

eiius

endo

cooc:ioned

~riete111

s~bicitod.

Lettetafe traáuz.ione Latina

Si

bominern fulmioibus

Jovis

occiderit, ne supra

genua

r01lico;

hom'>

si fulmine occisus e-st,

ei

iuxt<t nulb

fieri

oporter.

Sr

quis hominem liberum dolo

sciens

morti dabit , parricida

esto.

Si

ímprudens se dolo malo

oc:cidir, pro capite occísi,

&

na–

tes.

ejus

in

condone

arietem

subi–

~ho

..