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LI BR

I•

31

ne per quel giorno poffono piu mang; re

anzi

ftanno

cofi buttati

per

terra, come

lbaue

Jfero beuuto

fouer~

c1Jio

uino

;ti

di /eguente ritornano

di

nuouo d pigi r di

pefcz,

e

cofi ne pa([ano tutta la uita loro; e

per

l.t fobrie

td,

e

fcbiettezza

di

cibi, rdde uolte, ue11go110 ad

effere

infirmi.

Impero

uiueno

a!Jai

manco

tempo

d!

noi .

.Afo

fai

pare

loro

di

fare,

qui

do

fi

fatisfa aUa w·c

f.1td

def~

la

natu1·a, fenz'andare altronde

cercando

le

delicdte,

a

efqurfite

uzuande

alla

gola. Hora

dqueflo

modo

UL:;:

ueno quelli, che fono

entro

il golfo

d

ll'

Arabta

ia

qu

Ui

cbe uiueno fuora del golfo danno piu da meraui::

gli:ire del uiuere loro,percbe non beueno

mai, ne

fent~

no affetto

alcuno

,

o

pc1flione

d'animo

C

ofioro,

co::

me huttati

dalla fortuna longe

da'

luocbi

habitati aUi

deferti

fono

afFti

intenti al pefcare, e non

appettfcono

cofc bumide, mangiano

i

pefci

mezzi

crudi, non

pcro

per fuggire la fete, ma mofli da una cert.t loro ft.ere

~

za' cotenti

def

uiuere,

cbe

loro

di

la

fortuna,

r1puta1 0

fomma

felicitd l'effere del tutto fenza di qu Ue cof

,

che

po(fono

addur dolore

d

chi non

l'l1dueffe

E

tdnt'1.

la

pattentia

loro,

ch'effendo firiti,non

fi

moueno>o

mo-::

firano fegno di

fuggire;

efopportando di eJTer bctt uti,

e:7

ing1uriati,non fanno altro,fe non che mirdno fiflo

4

chi gli offende ,fenza moftrare fegno d'ira

,

o

d'altr4

pctflione

al mondo.

Non

parlano,

ma folo dimoftrano

con le

mani,

e

co'cenni queUo,

ch'efli uogliono>e

cTJe

fd.

loro b1fogno.

~:fie

g

0

nti[on fem pre in pace,tre

fi

nno

mai d1JP1acere

d

forafttero, laqual m.tniera di uiuere

,

auuenga

ch' Ua

/la merau1glio(ct

e

ftata

f>ero

offe

rzu~

ta diloro

antichifiimi,

op

rcbe il

t

mpo Longo ue gli

b~t

Id