i
Lentoli,
Pompe10
Mdgno,
Giulio Cefare,
OttdUidttO
Augufto,
i
C
oftantini,
i
arli,
gli
ttoni,
i
Conradi>
gli
Henrici,i
Fecferighi.
Per
la qual
cofa effendo di
ta-:.
to
piacere,e
dt
tdnta utditd.,il conofcere
diuerfe
natio~
ni,
e
uarq
coftumi,
e
non poffendofl per mo/ti
impedi~
menti da tutti gli
huommi
ca
min
are
,
euedere le
cott-:::
trdde
remote
e
lontane, piacciati lettorfuauiflimo
le~
gere, e
conofcere
iii
quefto Lihro i
piu
celehri,e notabi
li
coftumi
di tutti gli
huomini,
eIi
luoghi
medejlmd~
mente
doue
bahitano,
piu fd1nofi.
1
;
ii
che farai
tu
forfe
(come fPero)
con
non manco
piacere,
eprontezza, cbe
s'
io ti
menaffe per
mano, e
tifacefle
uedere con
gli
oc–
chi paefa per paefe,
e
ti mofiraffe col ditto tutte
l'
ufan:;s
~e
anticbe, enuoue di tutti
git
huomini
•
Ne
ti
turbot:::
re
,
d
fare leuare di pie da queUo che mi
fl
potria
dire~
cioe,
clJ'io
babbfrt
uoluto un" cofi
~ntica
cofo,
e
toccd.
indn:d
da piu di
mille
auttori con le
loro,i~efle
parole
addurui qui
hoggi
per mia, eper nuoua, ma
uogli
ti::
guardare
un
poco
piu
4
dentro il mio
intento
;
percb'io
bo uoluto, inuitandoti cortefemente
4
quefto conuito
•
f?reporti
nonfolamente le cofo
a11ticbe,
~
de
gli
altri,
tolte
da
i
miei non
forfe
uolgari Iibri,
ma delle proprie
mic ancbo, enoue, accommodate col mio ingegno;
J
guifa di quel buon padre di famiglia, c1lquale aggua–
glia
Cbrifto ne
l'Euangelio
og11i
dotto fcrittore
.
A
Dio.
E
cio che ci
e
quefta mia
fotica,
ace
tala
ti
pre'9
go
gratiofamcntc
1
C1'
in bona parte.
I CO.:i