L I B R 0
II•
8%
fl
deuetto dd noi
offeruare,[on quefti
•
Primo,
dohbia::.
tno prima credere, che fia un folo Iddio, aIquale folo
dohbiamo
noi feruire,(7 adorarlo,
e
riputarefauole,
e
uaneggiamenti
i
tanti
idoli,
e
gli tanti
Idd1j
fintifi
d"
Gentili,e
le
lor tante fuperftitioni.Secondo,no dobbia==
mo facilmente,e fenza propofito del modo porci
in
boc
ca
il
fuo nome facratiflimo, non folamete non biaftemar
lo.Terzo,dobbiamo
fantificare,e paffarne
in
feruitio,et
bonor
fuo
i
giorni,che egli uuole,cbe noi
in
gl
oria
e ri-JJ
uerentia
dilui
ofleruiamo ;fenza oprare
ne
col corpo>
ne
con
/4
mente
cofo, mediante laquale ne uengbi ad ef:::
fore offefo la Maiefta fua. Q.Earto, dobbiamo portare
t"iueren:ta,
er
honore al padre
e:7
alla madre
,
e:7
ano=
flri maggiori. Q.Einto)
no
dobbiamo
ammazzctre
buo
mo, cbe
uiua,
ne col corpo, ne con la mente
•
S
efl:o,non
dobbiamo ufare carnalmete, n atto alcuno dishonefto
col'
altrui
mogli.
Settimo,no
debbiamo togliere,e
far:::.
ci Signori
dell'
al
tui
rob
be. Ottauo,ne
giura re
il
falfo
in
dino del proflimo, edefanima propria. Nono,e non
folamete
non dobbiamo toglierci, mane defiderctre
a~
co, et appetire le robbe del profll1no. Decimo,ne la
fud.
donna medeflmamente,
I
fette facrameti della Cbiefa,
t:be
fl
inchiudeno ne
gli
ultimi cinque articoli della
fe~
de,
uolforo anco
i
fanti Padri,
cbe
noi credeflimo:e fos.
IJO
quefti
• [/
primo,
e
il fan to battefmo
if
quafe
no
ft
d"
ua
anticament aniuno, mcdiante
f
ordimttione canoni
ca (fe non
in
cafo di gran neceflitd)
[c
non a
quelli,iqu~
li
erano
prima
ottimamete inftituti
nella
fide,
r:r
appro
bati per fette efamine,cbe
fl
faceuano in fette d1
di
qua–
refima;
e
fl
daua quefto
facram nto
il
fabbato fanto di
L
•
Pafca