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'3~fo

DeUa;gtlerra

di

Fiandra

ro deUa

terra,

e del

cielo,pe1' cász

dire)

e

preualfa

la

..

~

rabbía

lor

propria contro

di

noi in faperar tutte le

dijficolta,per

tJenire al fin

delt

ajfedio.

Eccogli

dun-–

'!JUe

)Jitibondi "del

noftro

fangue

_,

ftl

anhelanti

con

f'a:..

m~

i·ngordifsima

aLle noflre

[oflanzy

,

di

gia

horí!Ja'i

.r'u

le

porte, per entrare in quefta

Citta. E

noi

éredia.-

mo

di·

trouare alcur/atto

lt;-

lor

di

clemenza·

?'

ale

un

·

tt·attamento

di

rnanfaetadine?

In

lor ( dico, )

a

fa–

ti

are

i

quali

no

baflano,

Cüme

ogni

dz

meg/io

ji

pruo•

ua,

ne

le

donne

a gli

flupri;

ne

Le

cafe

a gli

incendij;

ne

le robbe a

facchepJ,iam'éti;

ne

i

po¡oli

intier.i

~ltin:

gordigia

del

fangue?

B1{ogna

dttnque

tener

per

cer~

to,ch;,

~.ntrati

qua

(ilino per

metter

tutti

gli habitanti

·

fubii'o a fil

di

fjada

,

ouero ad ogr/altra morte

piu

rvile, (enz.a

aleuna

dijferenza

:>o

dt

fe

f!o) o

d:>

ata;

o

di

conditione·.

La

falute

d~:>miferi

coji:fle

nel diffterarla.

E

perci'o,

che non tentiamo noi

:>tolto

in

1nezz.:)

il

feifu,

e

t'eta

piu

i·m6el!e

:>difarci

ílrada

fra

i

nemici

con

i'ar~

mi in mano? Final1nente

o

re

ji,

o

rvinti, morir ci

bi-

fogna. JVIa

qttra ndo

pure

habbiamo

a

perire

:J

(ch'

ir)

quel

modo potiamo

ancora

ípera1·

di

faluarci)

far~

morte

piu

confolata almeno il cercarla

noi Hefat.

piu

tos1o

con

L'intrepidezza)

e

'Valore_,

che

il

riceuer/11

Hariemefi

da:J noftri nemici

faperbamcnte

/ra

injiniti

fahcrni;

dicp~fii

a

e ludibrij.

Furo

no

di

tanta forza

queHe pJrole,

fegtmzre

¡·

. . , d.

fi

il.

Í.

.

.

o~ li

piu

·e trouarono g

1

~11111111

s1

1

pou.1

egu1tare ogni

dtfp.er

~c o

. '

fi

11

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tratt?-u~·

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