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.

I BR

It.

134

in

I-Ierpiboli

,foldmente,

nell'

Arfenale

fuora della cit•

tJ,

e ne'

tempi

cbe

fl

digitma: acciocbc non beuendofi

aquel tempozl uino; la heuano in

luoco d,dcqua.

~e•

fta gentc

e

fuperba ,arrogdnte,

e

cbe

fi

tiene

da

molto:.

in tanto che

d'

ogni ,dtra gente

fl

burla

;

e cofi banno

puoco rtjpetto in dirne.male, efargli incontri

ful

u1fo

1J

cbe i poueri

forajl.'eri pur cbe

la lingua gli tenga afco,,;:

fti, fl

J"Dr:tano

di

notJ

fi

rfi

conofcere per

ftrani : m<I

banno qu fto

:

che

quell' che modeftamente

fopporta:11

no

quesre

/oro

ingforie,

gl1 tengono

uolentieri

ad

babi~

tare con loro: gli d'1nno moglie delle Lor donne,com

fe

ne

bauef[ero

fiitto

proua

per quefia uia,

di

hont4:

it

perche u'babitano in ranconia molti Sueui,molti

Ba•

uari, molti Haf5i. Sono a{[ai queffc genti incbinate

al

culto

diuino,

pero

banno duo

uztij

non piccoli:

percbe

fono biafrematori, e{on ladri, e la biafrema la tengonc>

dd ornamento,

f:1"

auirtu,

er

il

rubare

zl

reputano

co•

fa bonefia

e

llcita fra loro

per

un longo ufo. Ofleruano

molt ufanzeda mer<!uigliarfone,

c:r

io

uoglio rifirir•

le,

percbe

non

fi

tenghino fduole

quelle

cofe, che

ft

fo•

glwnofcrittere

de

glt

efterni.

eUe noti

de gli tre

gio•

uedz,che uengono manzi atale, tanto

i

fanciullt md–

fchi, come le fimine, uanno cafo

per

cafd buffando

le

porte: ecantando

annuntiano

ii

at

ale

del

S

4/udto$

re,c

c

uiene: el'

dnno

buono

nuouo. Onde da quelli

che

[on dentro

le

cafe

fi

dd. loro

e

pere pomi, e

noct

e

dind.

r.i: ii

.i.:

.tt..ile poi del

Signore

il

ricettono

con tanta a

legr:zza

e fiSla, cofi

ti

l ro

,

come tutto

iI

popolo

,

ch cun meramglta:

fi

pone primJ

fopra

t

1/t~re

l

i=

magine

d,un

fimcmll,tto, che

rappr

/

nta

un

~imbino

~llboJ•