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a

'ara

x -±-±, c10e circa mq. '.2í0i5 ·

chesita

era mezzo putu,

sillku

un quarto,

kutnrn

un ottaYo), dall'alto di una torre con

la tromba

(pututo)

chiamaYa gli operai al lavoro

di

ponendo dati

giorni per la lavorazione dei campi di ogni puric, altri per quelli

delle YedoYe, dei Yecchi, infermicci, in ' eguito poi quelli dei cara–

ca ed in ultimo per la terra dell'lnca.

peciali funzionari face–

Yano la cernita,

econdo le attitudini, dei oldati, dei cera.mi ti,

dei minatori, dei corrieri, ecc. ed in fine gli yanacuna (servitori,

dome tici) erano la infima plebe, o. sia !'ultima cla

ificazione.

11 regime incaico, teocratico, di potico ed a oluto imponeva

la piú rigoro a obbedienza e la piu rigida

di

ciplina YeniYa rego–

lata da una everissima giustizia; co

i

frequente era la pena capi–

tale e dagli storiografi e stato anche confermato l'u o delle muti–

lazioni punitive.

JI

maggior delitto era la

di

obbedienza all'Inca e l'atto di pro–

te ta e di ribellione contro

il

regime ; il che era castigato con la pena

capital<.', estc>nsiYa lalora ai membri della famiglia, e con la di tru–

ziolll' d<'l Yillaggio d 'origfoe del delinqnente::.

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<l

lit

o grHYissirno era la relazione amoro a con le ver–

gini del •

'011.

.

l.Jc

sn~·

re

lote sa -veniva

trangolata, l'amante sepolto

YiYO,

P

<listrutio il luogo di nascita del colpevol .

·a f'astigato con la pena di morte. L'adulterio era

punit o olo per a uonna, la qua le,

e colta.

in flagran

ti,

poteva es–

sere ucrisa <lal rnarito.

l'er l'al>or o pro ·urato eraYi la condanna capitale dei colpe–

voli. La odomia era castigata con eguale pena. Narra Garcilaso

che l'Inca Yupa.nqui, venuto a conoscenza della pratica del nefando

Yizio pre. so una popolazione della Co. ta, fece bruciare viYi nella

piazza i colpe-voli ed i sospetti, ed ordino che le ca e ed i campi dei

delinquenti venissero di trutti, e che in egtúto se uno olo si mac–

chia . e di tale colpa o ne fosse o. petto, venisse ripetuto l'identico

castigo. La be tialita, frequente fra i pastori delle Llame, era con–

dannata con pena di morte.

11 furto era punito con la ma ·sima pena se si trattava di cose

dell'Inca o del culto. Nei casi particolari

il

ladro, consegnata la

cosa rubata, veniYa. confinato nella montagna affinche si purgasse

del peccato.

L'ozio o, chiamato

miski tulli1

(ossi dolci) era in pubblico col–

pito sulla spalla con una pietra e fru tat.o nelle braccia e nelle

gambe. .Al popolo era proibita la poligamia.

o