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LE PARTI DEL DISCORSO
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La 1egge generale che de termina la collocazione delle parole
e che prima si e 11u11 z i a 1a par o 1a cor r •i s pon dente a 11 a
idea che per prima si presenta al l a m e nt e (idea domi–
nante) . Questo non toglie che il soggetto possa essere in moltis–
simi casi sotLinteso, forse -appunto perche bene impresso nella
mente di chi parla e di chi ascolta. In questo ·senso so.Itanto io_
posso amme.ttere col Meillet
c~e
«
Il n'
y
ad' essenti el a la phrase
qu e le préd icat
».
Senza predica to evidentemente non vi puo essere
proposizione, ma esagera di certo Ma uthner qliando a fferma che
Ü
soggetto deve essere
«
eine jüngere Erfindung
»,
che esso
e
«
e in Pa rvenu
»
e quando chiama il soggetto
«
den ülJerfl.Ussi gste n
Satzteil
».
Non sara male ricordare. a questo proposito che, vice–
versa, in molti casi puo bast:are la semplice indicazione del sog–
getto, per ese rnpio :
il
-!tupo!
Le parti del discorso
distinziqne delle partl del discorso si trova ·
«
rte g raru inatica le
»
at- l'i bui ta a Dionisio
T1'ace
issut ve ·so il 110 av. Cr. ), che e i piu a nti co com–
pe n~io
di grnmrúatica,·
suC
q 1a le si fonda la g rarnmatica tradi-
ziona le
1 ce · ente e in _parte anche dell 'Ori ente. In Dionisio
le . ali' ; d
i
Ol'S.0 80110
SJ
COSI
orqi¡~ate :
nome, ve r bo, parti-
cipio, a r ticolo, pronot e, preposizione, avverbi o, congiunzione. I
Romani tolsero 1'
arti co~o ,
che mancava nella lor o lingua, ma
aggiunsero l' interiezione. I moderni sopprimono generalmente il
participio e aggiungono Je
«
pa r ticell e
»
e a lcun i i numerali.
Questa divisione trad izionale delle parti del disco rso, prati–
camente ut il e, non
e
cer to perfetta, in quanto che si riferisce ora
a l signifl.cato fondamenta le dell e púole considerate in se stesse,
ora a lla funzione che esse compiono ne! la preposizione.
I g
rammati.cia rabi distinguono tre sol e specie di parol e :
ism
nome,
fi'l
(az ione) ve rbo,
fiar(
<
particel la). In quest' u1tima cate–
g·oria si ·fanno entrare tutte Je parole che non sono ne
ism
ne
fi'l.
I g rammatici indiani distinser'o quattro categorie di .rarnle:
nome , verbo, pr eposizioni, particelle. Ancora piu semplice
e
la
classificazione adottata dai grammatici giapponesi, mentre i Cinesi
dividono le parol e, nel seguente modo molto or i?"inale :
I.
Parnle piene :
l
0
viventi (verbi )
2º morte (nomi)
II. Parol e vuote (particelle, ecc.) .