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.222

1

LE PARTI DEL DISCORSO

1

La 1egge generale che de termina la collocazione delle parole

e che prima si e 11u11 z i a 1a par o 1a cor r •i s pon dente a 11 a

idea che per prima si presenta al l a m e nt e (idea domi–

nante) . Questo non toglie che il soggetto possa essere in moltis–

simi casi sotLinteso, forse -appunto perche bene impresso nella

mente di chi parla e di chi ascolta. In questo ·senso so.Itanto io_

posso amme.ttere col Meillet

c~e

«

Il n'

y

ad' essenti el a la phrase

qu e le préd icat

».

Senza predica to evidentemente non vi puo essere

proposizione, ma esagera di certo Ma uthner qliando a fferma che

Ü

soggetto deve essere

«

eine jüngere Erfindung

»,

che esso

e

«

e in Pa rvenu

»

e quando chiama il soggetto

«

den ülJerfl.Ussi gste n

Satzteil

».

Non sara male ricordare. a questo proposito che, vice–

versa, in molti casi puo bast:are la semplice indicazione del sog–

getto, per ese rnpio :

il

-!tupo!

Le parti del discorso

distinziqne delle partl del discorso si trova ·

«

rte g raru inatica le

»

at- l'i bui ta a Dionisio

T1'ace

issut ve ·so il 110 av. Cr. ), che e i piu a nti co com–

pe n~io

di grnmrúatica,·

suC

q 1a le si fonda la g rarnmatica tradi-

ziona le

1 ce · ente e in _parte anche dell 'Ori ente. In Dionisio

le . ali' ; d

i

Ol'S.0 80110

SJ

COSI

orqi¡~ate :

nome, ve r bo, parti-

cipio, a r ticolo, pronot e, preposizione, avverbi o, congiunzione. I

Romani tolsero 1'

arti co~o ,

che mancava nella lor o lingua, ma

aggiunsero l' interiezione. I moderni sopprimono generalmente il

participio e aggiungono Je

«

pa r ticell e

»

e a lcun i i numerali.

Questa divisione trad izionale delle parti del disco rso, prati–

camente ut il e, non

e

cer to perfetta, in quanto che si riferisce ora

a l signifl.cato fondamenta le dell e púole considerate in se stesse,

ora a lla funzione che esse compiono ne! la preposizione.

I g

rammati.ci

a rabi distinguono tre sol e specie di parol e :

ism

nome,

fi'l

(az ione) ve rbo,

fiar(

<

particel la). In quest' u1tima cate–

g·oria si ·fanno entrare tutte Je parole che non sono ne

ism

ne

fi'l.

I g rammatici indiani distinser'o quattro categorie di .rarnle:

nome , verbo, pr eposizioni, particelle. Ancora piu semplice

e

la

classificazione adottata dai grammatici giapponesi, mentre i Cinesi

dividono le parol e, nel seguente modo molto or i?"inale :

I.

Parnle piene :

l

0

viventi (verbi )

2º morte (nomi)

II. Parol e vuote (particelle, ecc.) .