CATALOGO DELLE L
TNGUE
tonfuse memorie. Q1intiliano parlando delle parole forestiere fa
menzione de' Iinguaggj
Tusco ;a), Sabino,
e
Prenestino
del!' Italia.
Lingue
ita La
Iing~a
Osea,
l
he alcuni credono essere
~la
stcssa Sabina , si
lianc esrin- parlava a' tempi di Ennio
(bJ,
il quale la sapeva, cd a' tempi di
te.
'tiberio
(e)
Cesare usavasi aneota ne' teatri. Queste lingue erano
assai comuni nell' Italia nello stess0 seco!() di
oro
del la Latina ,
e
pero
gli
Scrittori Latini usavano nel Latino iJiotísmi de' loro
lingu~ggj
nativi, e Plauto usb non poche parole di c:ssi, le qua–
li certJmentc: non son!) Latine,
o
sono state rifiutate poi dagli
Autori dd
se~,,Jo
di oro de!Ja loro lingua.
Ma
a fc>r!Tlilre quJ!che idea della moltitudine di lingue; che
anticamPnte e' era no, non poco !ume da Plinio nel capitolo
5.
e
d
.
del Libro
6.,
ove leggesi: , Timostene
~dicea,
che in Dioscu-
oncorso
1
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e
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· · d' d'
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30
p,
na:z:io-
na· ne a .o
e
1 e concorreano treceuto nazwm 1 1verse 1nguc,
ui.
e
che i Romani vi ter.eaoo ceototrenta Interpreti per inrendc:r·
le,. Non dubito, che moltissime di queste li113ue saranno stati
dialetti di
:.~na
stessa matrice , e che forse troppo
se
ne sia esag–
gera to il loro numero: ma quantunque per questi
rifles~i
restrin–
gí
amo il numero di quelle lingue , sempre esso r.:stera :assai
grande.
Queste osservazioni
io
non adduco col fine di aggrandire
il
numero delle lingue, principalmente nell' America, ma per atter–
rare le comuni, e false idee, che si h.anno sul numero delle lin–
gue matrici. Riguardo alle Americ-ane potro dire, che dnpo di
avere usato la magoiore solleci tudine
per
sen tire
1'
opinionc de'
b
.
e
fr
d
.
Missienarj pratici, dotti,
e
critici, ho da
per me
f.ltto il con–
()n onto
1
r:
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lingue
Ironto con elementl gramatlca
1,
e e o ra una
ti,
e 1<>rmat1
1
Arnericane. 18.
lingue Aruericane, co' dizionarj di pi
u
di trenta,
e
hl)
tro-
vara quasi sempre vera
1'
opinione de' Missionari. In virtu di que–
sta esperienza non dovro credere il sentimento di questi
~ulle
al–
tre lingue, che io non ho potuto confro!!tare? Eglino sopra non
l'ochi idiomi
parlano con
cogni~ione
pratica,
e
sopra al tri par·
lano
------------------------
(a)
.Quintil.
Injl.
Orat. L.
1.
c.
9·
Taceo de
Tusci~, Sabini~,
&
Prznefiinis quoque: nam ut eo fermone utentem Veltium Lucilius
jnseéhtur, quemadmodum Pollio deprendit in Livio P&tavini1atem.
(b)
./lulo Gellio
L.
17.
c.
q.
dicr.
Q
Ennius tria corda habere
fe–
dicebat, quod Grzce,
&
Osee,
&
Latine sciret.
(e)
5-trabon~
rtt'l Lib. S· del/a GeoA,.·
Quum Oscorum
gen~
interie–
.rit,
fe~mo
eorum apud Romanos refiat,
ira
ut carmina qu.rdam, ac
mi mi cerro quodam certamine
1
quod infiituto Mil jorum ce!ebra1w-,
in r,eiWn
producantur •