DE' COSTVMI DE.L E CENTI
fieri ,afPeri,
~in
tanta
copia>cbe
(come uuole
Hero~
doto)
fee
fuffero
tutti fotto
uno
Imperio,o
fuJTero co1i
cordi
infieme,e
d'uno ifie([o uolere forrieno
ineJPugna:::.
bili,
e
gagliardiflimi
[opra tutti
gli huomim;
ma
per:=
ciocbe
maned
loro queftct unione, ne
potrebbono
per
conto del mondo 1'auerla,ne uengono ad e([ere fiaccbifo
fimi:e
di
poco
ualore.Ogni reggione della Tracia
e
dis
uifa in diuerfe
altre
parti,
che fono diuerjdm
nte
no~
mate:
fono
nondimeno
de
gli
mede/lmi
coftumi,
eP"–
reri
;fuord che
i
Greci,(7
i
Trdufi,e quegli, c'babitas:
no fopra
i
Crefioni:
percio
cbe
i
efl
fi
perfuadeno,
cbe
enon morano,
ma
che
dopa
la morte, cbe noi
chia::
miamo,ne uadino
J
uiuere con
Zalmoxi
loro Iddio.
Fu
quefto
Zalmoxi
gid.
huomo,
e
difcepolo
di
Pitago1·a:
e
ritornato nella patria
(ua;
e
uifro
cbe
iTraci
uiueud:::
no male, infegnatoli
i
cofiumi,
f!'J"
il
modo
di
uiuere
di
Greci,
die loro le
leggi,
epofe Lor
nelle
menti,
che
fer
uandole efli, dopo let morte,ne farebbono
ltl
aquel Luo::
co,
doue non
morendofi
mai,
non
gli
barebbe
mancato
mai
nuUa:
a"
hauendo
per
quefia
uia
acqui{tatdfi
ap;:;
preffo di tutti una
openione,che
egli
fuffe
uno
Iddio
,fi
part!,
nefi
fe
piu mai uedere da
loro;
onde
pianto
lo~
,.o nell'animo un
de~derio
di
fe
mirabiliflimo.
Et
e
af:
f
ai fPeffo cofrumato infino ad
bora
di mandarui un di
loro tolto
d
forte
per
ambafciatore
,
ilquale
fdppi..t
dir~
li
i
lor
bifogni;
(7
d
quefoa fPietata
gurfa
il
mandono
•
Tre
di loro
tengono
hen fermi tre dardi
in
mano;gli
al::::
tri
togliendo
per
li
piedi, e
per
le
mani quel
pou
ret::
to, cbe
uogliono
mandare
a
Zalmoxi, eb:tlzandolo in
,Jlto quito
piu po!Jono, il madano
4
cadere fra
i
dardi'
ilquale