LI :BR 0
II.
)G
/\itonio. Egli dice
4
quefl:o
modo.
Le
ge·nti del Cata:JI.
io
fono dccortiflime:
e
dicono,
cb,efli
f
oli di
tutti
gli
buomini guardano
co
duo
occbt,e
cl1e
gli
altri
buomini
tutti 0[on cicchi,o
no
banno piu
ch'un fol occbio. Han–
no
nel uero
una
accutezza
cf
ingegno
grade;
ma
e
mag
gior moIto il
uanto
che
efli
fi
ddnno.
Si
ten
go
no
dice~
to,
c11e
nella fcietia,
e
nella fottilLta
de
r
arti
fl
lafcino
di
gralonga
ctdietro tutti
gli
altri huomini.
Sono
bian~
d'i
afTdi;
banno piccoli
occhi; fono naturalm Jte fenzd.
6~rbe:
le for lettere fon come
le
Latine, m qmtdre,
e
chi ba una maniera di
fuperftitione,e c11i
un'altra: tutti
pe
o
alitni dal culto del uero Iddio;
alcuni
adorano il
Sole,
alcuni
la Lund, altri uarie ftatue fatte
4
mano
>
chi
un bue,
e
chi
una
pazzia,
e
chi
u1J'altra
•
No
ban~
no
legge
fcritta, ne offemano mai
fede.
Et
emerdui~
glia,
come
per
e!Jere
ingeniofl,
efottili ne l
'ar.ti,non
1wmo pure qualcbe
notitia
delle cofe
diuine.
Sono
ti:=J
mide
genti;
epaurofe della morte: e le loro guerre le
maneggiano piu co
l'ingegno, cbe con
le
forze: ufano
neUe zuffe faette,(7 altre forti darme da tirare da lun
go'
no
troppo
note
ad afore
genti)
ufano dinari di
pa~
piro,i!t forma quadra:e u'ba
l'imagine
del
Re
frampattt,
ldquale
cominciado
d
ca(Jdrfi per
id
anticbit4, uanno
4
cangiarfela co
la nuoua ne
lo
errario
regio :le
lor mafc
faritie di cafa [on
d,
oro, d'argento,
e
d'altri metalli
•
Hanno
gran
careftia d'oglio;
e
fe
ne
(eruano
i
Re
fola~
mente per ungerfene.
E
quefto
bctfii
de
gli Indidni.
Vegnamo bora
4
dire
de
gli Scitbi,
cbe
confinatto con
llndia.
Dell