1
si.
rieoa· iuer:ra
tA
·P.ianclra
CgualmCnte deu•ejfere -vna la
R~ligtoile.
Ma
i~ et~
6ifognt(pur~
anche
regalar
bene
tl 'l.§lo
,
ftche
i
rt•
.med1j troppo
"Piolen.ti,che.s,'Vftno a ta,/e ejfetto, in 11e–
ce
dell:!l~nita
tzon partorifcan la
diuiftone,
e co'lper–
der
Ji
ftna/,mente
trvbbidien(._a
aOa Chiefa, non
man- ~
cb_i
infierne
qu.ella,
che dapopoli e
dout1ta
a,
lor
Pren~
~
cipi.
Che
non
fece
~e
che
non
tento
Don P
ietro
di
To–
ledo
Vice
Re di
N
apoli
in
tempo de0
1
lrnperator
110-.
flro
padre
per
introdur.tein
quel
Regno tlnqutjitio.,
ne? So/lctfofsi N
apoli,
e
tifle/[o haurebbi
/atto
an–
che
il
Regno;
onde
fo
necejfario
di leuar
t
occafton
de~tumulti
,
che· si grauemente
haueuan
commoj{a
·queUa
CittA. Permettafidunque
a'
Fiammin,ghi
il
gouerno di
F
iantlra; lieuifi
loro
ogni faJpetto
,
e
d~
111- .
'luifiúone, e
¿•
armi
flraniere ;e
d~ogn,altra
piu
da
loro temuta
'Violenz.a.
S
anift
'Pn
contrario
infomma
col}
taltro.
·. Cbsi
ce/fato il terrore nepopoli
,cejfer~
l'agitationnelpaefe.
Ne
jipuodubitar
,chepiufa·
cilmente
con
,la
quiete
non
Ji
reprim~
phere
Jia
,che
:con
far
mi; le
q1t1tali
pur
troppo
Ji 11ede,che
piu
toflo
l'han~
tno
auualorata in
Germanict~
e
che la fanno
crefcere
1
\anfj che
mancare
hora in
Francia. E
poiche tanti in
F·iandra
httnno · errato~
e che non
conuiene
lafciar
del
tutto impunite
le colpe
~
Jia di pochi il
cafligo
per
e[empto
di
tt_"'tti,
e
t>oltift
doue
meno
polfa
1·eflar-
11e
efaccerbato
il
paefa
•
La
clemen'{.a finalmente
e
p1
9
o¡ria
~e'Prencip~;
che
delt
altre
rvirtu
fon
capa~
.
-
.
'
l~