IL GRUPl'O SUDANESE DI WESTERi\lANN
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Sudanese, con inclusi0ne del
1
uba, Kunama e Barea, con esclu–
sione del Pul, Bari (Masai, ecc .)', che andrel>bero col Camitico .
Il criterio principale per l' inclusione e l' esclusione sarebl>e
l'
as–
senza o la presenza del genere. E una caratteristica del Sudanese,
che lo distinguerebbe tanto dal Camitico quanto dal Bantu, con–
sister ebbe nel monosillabismo o ne lla tendenza al monosillabismo.
W este rma nn (Die Sudansprachen, Hamlrnrg 1911) prende in
esame cinque lingue occidentali strettamente affini tra loro (Ewe,
Ci, Ga, Yoruba, Efik) e tre orientali ( uba, Kunama, Dinka), e
su una !Jase cosi ristretta pretende ricostruire l'Ur-Sudanisch con
corrispondenze fonetiche esatte anche fra gli estremi. Le compa–
razioni sono principalmente lessica li come quelle di Struck, il
quale pero le estende con vantaggio ad un grande numero
cti
ling uaggi.
Il Weste rmann non ha riconosciuto che le
ling ue del tipo
Ewe sono degradate, cosa che non poteva sfuggire a ll' acume del
Lepsius. Il q11ale, a proposito dell' op i·nione dello Schlegel che
l' Ewe in luogo di preposizioui o posposizioni usi dei sostantivi
o verbi (errore ripetuto dal 'Yesterman n), osserva molto :finemente
che il valore preposizionale d. t li paro1e sussiste a.nche se
ste–
riormente non si dist"ngL @110
~
sostantivi (per es .
me
<
l ' interno)
e (in)'
e-nQ xoa-me
1on ( tlli-siede casa-int rno
>,
be1~si
( egli
· siede in casa)); quindi sog·g·i
Woll e man solche und andre
Formlosigkeiten als pn
tl
rbildun o·en nehm 11
wie dies
jelzt
Zll
geschehen pftegt, so ·wü.rd
d1es einen Adamiliscllen bis
in di e 11 euste Zeit unve ra nd ert erha ltenen Sprachzustand vor aus–
setzen der .... ganzlich und enkba r
ist .... Ebenso sind alle übrigen
sogenannten
fo
r m 1os e n Sprachen anzusehen : es .sind ni c b t
un e n t
w
i c k e 1te, sondern z u r
ü
c k
Q.'
e g a n gen e entl> latterte
Spracben
».
ega quindi che esista ancora in qualche lingua un
monosillabismo primitivo, e cita come esemp i il Cinese, Tibetano
ed I1wl ese (pag. XXXIV seo·.). Lo .stesso pensiero manifesta a
proposito del!' Ottentoto:
«
Denn es ist ohne Zweifel ein Irr thum,
wenn man immer wieder o·eneigt ist, dergleichen gl
0
ichsam in
A.tome aufge loste Spracben wie es die Hottentottische ist, für
u Ta 1test e un
y
e ran el e r t s te h n ge b 1i e
lJ
e n e, g leichsam
adamitische Sprachen, statt für zerstorte, herabgekommene
und auf die unumo·anglic hste Verstandlicbkeit reducirte prachen
»
(pag. ·LXIX).
e il Westermann avesse meditato questi insegna–
menti del g rande Maestro, avrebbe forse potuto evitare non pochi
errori come quello del preteso suffisso
-l?,
che invece appartiene
al tema e in certe condizioni si
e
dileguato.