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22

LA

TIWJUA

DICLLE

Mli1SCOLANZE

suno, credo, vorra ammetterne una cosi vasta e pro!'onda, non

accompagnata da abbondante infusione di elementi lessicali. E

noto che questi si trasmettono per via di prestito mol to piu facil- .

mente che le forme grammat icali; e bastera ricordare l'esempio

, del!' inglese. Ma soprattutto

fa

meraviglia che il Lepsiu8, cosi

acuto osservato re,

11011

abbia riflet tuto come sia facile spiegare

le divergenze delle lingue intermedie dal Bantu con la loro indi–

pendente evoluzione. Le caratteristiche non sono mai flsse e immu–

tabi li, e anche in 'tempi storici vediamo variar , per esempio, la

collocazione delle parole nella !'rase.

Jeanche il genere gramma–

ticale, cu i da tanta importanza il Lepsius,

e

un criterio assoluto.

oi Jo troviamo nel Bari e ne! Masai, lingue della seconda zona,

ne vale il dir , come

fa.

il Lepsius, che ivi deriva dall

classi

del Bantu : il genere non cessa di ess re genere quando se ne

scopre la genesi . D' altra parte, perche il

uba non potrelJbe aver

perduto la categoria grammaticale del genere?

lo

ho sempre protestato contro I' abuso della comoda teoria

dell

rnescolanze con cui si pret nde di spiegare, senza prove,

una infinita di fatti linguistici e antropologici. Una lingua nuova,

ch

p r i u i ,1

11.

nti ap¡

11.ia

intermedia Lra alLr clue conosciute

prima,

1101

p

b

t

irsi, per cio solo, mis a; anz i

puo

rappresentare

uno stadi

1u

¡u· cd ar aico, aal qua!

l

altre clue si siano

allontG1,nate

1.ff

:rrn?.iand si.

on senza rao·ione

fu

osservato che

noi sinn

~

invol nta)·ian11 nt

inclini a ritenere cio che

abbiamo conosciuto pri11Ja come piu primitivo di cio che abb iamo

imparato a conoscer

dopo (Jac. van Ginnek n, De huidige stand

d r geneal. taalwetenschap, 2).

E

sempre estr mamente difficile

dimostrare l'azione di una lingua su di un'altra, e questa rifl es–

sione dovrebbe rendere piu prud enti coloro che senza pro\Te ad

ogni rnornenLo v dono

lingu misLe. Quando anche si ri esca a

dimostrare in un qualsiasi idioma l' esistenza di piu strati. non

s mpre ci

' elato di tlistinguerli nettamente, determinarne

l'

eta

r lativa e la proveni nza. Percio io, ove non si abbiano chiare

l1rove

non parlo mai di lingue miste non amando fondare alcuna

teoria su possibilifa astratl .

Del resto, il L psius considero Bantu

amitico acldiritLura

come diametralmenLe opposti, con caratt ristiche oppost

irridu–

cibili ad unita. Egli, fondandosi soprattutto sul genere, ammet–

teva piuttosto una

-rande unita formata dal Camítico,

emitico

e Indoeuropeo (pag .

XXIII

spgo·.).

25.

R centemente \ estermann

1

trnck, Meinhof e altri hanno

riuni to le li1wu della zona intermedia in un aruppo a se d Lto