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LA
TIWJUA
DICLLE
Mli1SCOLANZE
suno, credo, vorra ammetterne una cosi vasta e pro!'onda, non
accompagnata da abbondante infusione di elementi lessicali. E
noto che questi si trasmettono per via di prestito mol to piu facil- .
mente che le forme grammat icali; e bastera ricordare l'esempio
, del!' inglese. Ma soprattutto
fa
meraviglia che il Lepsiu8, cosi
acuto osservato re,
11011
abbia riflet tuto come sia facile spiegare
le divergenze delle lingue intermedie dal Bantu con la loro indi–
pendente evoluzione. Le caratteristiche non sono mai flsse e immu–
tabi li, e anche in 'tempi storici vediamo variar , per esempio, la
collocazione delle parole nella !'rase.
Jeanche il genere gramma–
ticale, cu i da tanta importanza il Lepsius,
e
un criterio assoluto.
oi Jo troviamo nel Bari e ne! Masai, lingue della seconda zona,
ne vale il dir , come
fa.
il Lepsius, che ivi deriva dall
classi
del Bantu : il genere non cessa di ess re genere quando se ne
scopre la genesi . D' altra parte, perche il
uba non potrelJbe aver
perduto la categoria grammaticale del genere?
lo
ho sempre protestato contro I' abuso della comoda teoria
dell
rnescolanze con cui si pret nde di spiegare, senza prove,
una infinita di fatti linguistici e antropologici. Una lingua nuova,
ch
p r i u i ,1
11.
nti ap¡
11.iaintermedia Lra alLr clue conosciute
prima,
1101
p
b
t
irsi, per cio solo, mis a; anz i
puo
rappresentare
uno stadi
1u¡u· cd ar aico, aal qua!
l
altre clue si siano
allontG1,nate
1.ff:rrn?.iand si.
on senza rao·ione
fu
osservato che
noi sinn
~
invol nta)·ian11 nt
inclini a ritenere cio che
abbiamo conosciuto pri11Ja come piu primitivo di cio che abb iamo
imparato a conoscer
dopo (Jac. van Ginnek n, De huidige stand
d r geneal. taalwetenschap, 2).
E
sempre estr mamente difficile
dimostrare l'azione di una lingua su di un'altra, e questa rifl es–
sione dovrebbe rendere piu prud enti coloro che senza pro\Te ad
ogni rnornenLo v dono
lingu misLe. Quando anche si ri esca a
dimostrare in un qualsiasi idioma l' esistenza di piu strati. non
s mpre ci
' elato di tlistinguerli nettamente, determinarne
l'
eta
r lativa e la proveni nza. Percio io, ove non si abbiano chiare
l1rove
non parlo mai di lingue miste non amando fondare alcuna
teoria su possibilifa astratl .
Del resto, il L psius considero Bantu
amitico acldiritLura
come diametralmenLe opposti, con caratt ristiche oppost
irridu–
cibili ad unita. Egli, fondandosi soprattutto sul genere, ammet–
teva piuttosto una
-rande unita formata dal Camítico,
emitico
e Indoeuropeo (pag .
XXIII
spgo·.).
25.
R centemente \ estermann
1
trnck, Meinhof e altri hanno
riuni to le li1wu della zona intermedia in un aruppo a se d Lto
•