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110

DeOa·guerracli

Fiandra

prerogatiue del gouerno gli Spagnuoli

a~Fiammz~n.

ghi.

lnuidiano

la

noflr~

liberta_,

e

~o·rrebbono · ri­

durla

_,fe

potejfero

_,

alla

lor

foggettione.;

e

perch~

cio

non

puo

feguire fe

non

per

'Via

della

forza,

per-–

cio

a/la

forza

ft

17uof

ricorrere.

~efto

e

il

nuuolo;

che minaccia hora

noftrt·

paefi.;

e

n:J'Vfcira

la tem-

pefia forfe prima_, che non

Ji

penfa.

Chi

la preue–

de

ne

da

L'

auuifo.; e

chi

n

3

e

auuifato,

o

con

intrepi-–

dez:za

l'

incontri

:J

o

con auuedimento la sfugga

~anto

a

noi

due _,che

ql-!1~

ci

trouiamo

_,

'Voglia

Dio!J

che ftcome

fo

infauflo

l'

arr1:uo, cosi non

fia

piu

in~ ~

jauflo

il

ritorno.

Diede gran tin1or quefra lette-.

ra .

E

parue

apunto, che

nel

fin

d'

eífa

f

oífe pre–

'ueduto da quei

due,

c~1e

la

fcriífero,

il

tragico

fucceífo, c'hebbero le perfone loro in

Ifpagna,

co1ne

fi

dira

piu

particolarmente in fuo luogo

~·.

~omincia

Haueua

l'Oranges

fatta

iníl:anza

alla

ReggenteJ'.

!

f?,.~f

0

°cf{

..

s

pitYvolte

di poter lafciare

i

fuoi carichi , e di riti-

di

riti·

rarG ·

co'l prereíl:o

che

gli foífe impo!Sibíle

iiL

rarú;

·

'

'

te1npi

sl

trauagliofi

di fodisfar da vna

parre

al

feruitio Regio,

e dall'altra

alle . necefsita del

pae–

fe . Ma

il

Jine

piu

vero

in

cio

G

giudicaua

eífere

fiato il voler'eglí leuarfi

di

Fiandra con penni{:.

fione

del

Re,

per non effer

tenuta colpeuolu

d'o~dire

machinationi

quand'egli ne

foífe vfcito

in altra

n1en

conueneuol

n1aniera .

Al

farne of–

fitio

in

Ifpagna

non

~aueua

1nai

voluta

c:onde~ .

·

f<;en-