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1\.0 NI

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.A D EL 'PE

RJI'.

ic)

do/i

ti

epifigliuoli che nafceuan-0 gli cria.uano congran.dij

fima curtJ.

&

ue-z.ofa:mente

;

fino che b.iucuano dodiá

o

tredici anni, et di queffa etafe¡ICfo ben

gr.~(íi,Li

mangiautt

110

co

11 gr:an

d~simo

fapore,fm-za gz.urdare che erano

nati

delil

fuil.an

(:t. et proprie carne lor<Y.

&

di quefiam:wiera

tene

uano do

nne pcr generare

fol~mente

figlmoliin effe,

per mangarfeü poi; peccato maggióre che tutti gli altri

che for famw

,

&

fami credere per certo que/lo cbe.dico

~

uedere que!l-0 che fuccc!Je aun di quefli principali

eón

il

dottore Giouanni di Vadiglio, cbe in qtteflo anno

e

in

Sp4

~na

,

&

domandan.doli quello che iofcáuo dir.1 eff ere

"PC•

ro,et chela prima uoltache introrono

i

chrifliani Spagm10

li in que[leuallatechefummo io,et

i

mei compagni,uennt!

di 'Pac

un~

ignorotto che haueua per nome'N._abomico, et

men.uia

con

eJJo

tre

mozli,

{:r

uenendo la notte, le due

d"e/

fefi cokorono alla longa difiefrfopra un tapeto o ftora,et

f

altra al trauefo cheferuiua per cofsino,et

f

Indiano

fi

col.

co

[opra

i

corpí d'effemolto diftefo,

&

pizlióperlamano

un'altra donna bella che reflau:i adrietto co altra gete

fa"

che uenne

poi~

&

come

il

dottore Giouanni di Vadiglio lo

uedeffe in que/modo,gli domando pcr che caufa hauea

(at

to

uenir~

quella donna che teneu:t perlamano,

&

l'India.

no rzfguardandolo al uifo rifPofc moltomanfi./.eto, che per

mágíarla,et

fe

lui

no

fuffe ueuuto l'haueriagia fatto;il dot

tore hauendo iutefo quefto,moflrando di marauigliarfi;di

qv,esto glidiffe,comt:fendo tualmoglzefhaz d.1 mangiare?

if

Caciquealz:¡,rtdó lauoce tornoadireditendo ,guard.1;

guarda,

&

anchorail

fi~liuo!o

che parturira ho da mágia

te

J

quefto che ho detto

j

ucceffenelld u.11.lata

dj

More; et

iri

ijucl