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O·"R
I .A DEL 'P.E "!{Y
nelle lor poffesf!oni,che imp:Zraffero
·;
lor coffumi,
&
··
la uita chriftiana,& ciuile,laftiando l'idolatria,
&
gli
em
briacht'Z._~i ~a
iquali,
per
lo
molto
ocio
fi
da–
uano
aflai.Sipublico
la tan{a,& rima(ero lieti
gli
In
diani,& contenti,perciocbe perlo pajJa-to non ripo–
fauano,ne dormiuano, pen[ando
agli
ejfatori,
&
fo
pur dormiuano,fe ne
[ognauano.
~imafe
la pena
fe
uenti
giorni
ogni
armo
non
pagauano i lor wibuti,
&
daci,& al comedatore,
(e
pigliajfe
piu ddla
tajfa·
per Z.a
prima uolta
quattro tanto,& la
feconda,cbe
i
deffe l'ufficio,& le;poftesfioni.
L
E
s
'P
E
s
E'
e
H
E .FE
e
E GAs e
J,.
&
il
teforo, 'che raccolfe.
Cap. CLXXXIX.
'
G
.Afea entro in 'l'Xome di l>io,fol.tmete·co
quat
trocento ducuti,ma trouo
in
preffüo,
&
a
cam
bio
quanti
denari glifecero meflierr> per
la
guerra•
quando 'Piz..arro
fi
pofo a re(iflergli.Con iqua6'icom..;
pro arme,artiglieria,caual/.i,
&
pago
il
not
o,diedt:
fo/do,&
(occorfo
di
foldati,&
fece altre fPe(
e.Etfa–
cedone
il'coto ,fPefe
noue
ce
to mila
ducati
larghi',
da
quel
giorno,che
entro nel
'Peru,fin
che
fi
pard.
'Pe>·
e/Je
fu
1Jecrjfario .JPende1•e I
argamete
co
gli spagnu<>
li,& in
Ca/iiglia
ualeuano le cofe care
non jolamm
te quelle
da mang
iare,& r!a ueflire,
ma ancora quel·
le da
gucreggiare,come caualli,iarchebu/i)&
corfa·letti,&
e
da
not4re) che
quantunque fl_a que!
pae.fe