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CATHOLICA QUERIMONIA
te, in regalo. Con esso potrete senza !'in–
comodo di ricercare que!
solo esemplat·e,
che
il R evet·etldissimo P. Jl1aestro Salvatore .
Ascamo Domemcano
serbo dalle fiamme,
far il confronto, che vi diceva poc'anzi della
stampa di Barcellona con quella di Madrid....
<<Ma forse che tutto questo intrigo da una
seconda frode proviene aggiunta a1la prima
dal P . Pytei,
il
quale dopo d'avere l'edizion
di Madrid alterata nel mandarne a Mon·
signare di Malaga gli esemplari; alcuni
sen'abbia serbati nascosamente, e questi poi
senza saputa del Vescovo trasmessi in Ita–
lia, quelli sono ch'ora si vantano pur ca–
tanto. Sarebbe q uesta a dir vero l'unica
strada, che rimanesse a tenersi da chi, non
ostanti gli esemplari, che tutt'ora abbiamo
de1l'edizione di Madrid sostener voglia
!'in–
contrastabile falto
del P . Concina ; e pasto
il talento mirabile, che mostrate, di sempre
presumere ne' Gesuiti ogni mal'arte; punto
non dubito, che Voi M.
R.
P. non fosteper
appigliarvi ad essa, se far si potesse: ma per
ultima disgrazia vostra il
P.
Gagna gia vel'
ha chi usa cosl , che non
pub
restarvi spe–
ranza d'aprirvela mai. Imperocche gli esem·
plari della stampa di Madrid, i due del
P . Gag::1a, e gli altri due ch'io pur ho, e
que' molti di pi
u
che facilmente aver posso,
poiche gia so dove siano, tutti quanti se–
gnati sono di propria mano, e autenticati
da Monsig. di Malaga con queste parole che
nel rovescio della pagina, in cui e descritto
il titolo del libro, manuscritte si leggono
Fr. I/dephonsus Epú. ll1alacitanus.
Ed ac–
ciocche ad alcuno mai non venisse dubbio
del contrario; ecco come, e quanto sia certo,
che le antidette parole d'altra mano non
sono, che di quella di Monsignore.
.:Divulgata che fu la
Querimoma Catto–
lica
della stampa di Madrid Arnaldo ve–
dendo in essa fatte palesi, e confutate le sue
calunnie; se l'ebbe forte a male, e dopo due
anni cioe nel 1688. scrisse per difesa a
Monsig. di Malaga una lettera, la quale pub
vedersi sul fine dell'ottavo tomo della
ll1o–
rale Pratica.
In questa lettera prima d'o–
gni altra cosa si maraviglia, che ai Gesuiti
sia per loro artificj venuto fatto d'indur
Monsignore a pubblicare
il
suo libro
avec
une precaution aussz' extt·aordi1lat1·e qu'est
eelle d'engager un Eveque
a
souscrire de sa
prop1'e maz'n tous les exemplaires d'une edz'–
tion :
e parla dell'edizion di Madrid del 1686.
a cui risponde....
«A1la lettera dell'Arnaldo replico in vece
del Vescovo il di lui Vicario Generale con
un librettino stampato in Madrid nel 1691.
con questo titolo
CathoHca Querinw1zia
apologetz"ce decanta/a per D oct. D. :foan–
uem Emanuelem Romero de Valdivia.
Leg–
gesi in fronte del piccollibro una letteradi
Monsig"or Idelfonso, che lo commenda ed
approva, ed all'Autore parlando dice tra
l'altre cosi.
Tibt"
ve1·o Vzcarie noster,
&
F1·a–
te1· amantúsüne quid dz'canms? quod z'n tua
decantatzoneprocul dubzo assecutus es meam
doctrzitam,.fidem, patimtiam....
Vediam ora
cib
che in esso il Vicario all'Arnaldo ris–
ponda su! punto degli esemplari di sua
mano segnati dal Vescovo...•. Convenendo
che il Vescovo tutti gli esemplari col suo
nome segno ; ne da la ragione perche sel
facesse: la qua! ragione potrebbe far dubi–
tare se Monsignor Idelfonso con profetice
spirito prevedesse dover un giorno venir al
mondo un
P.
Concilza,
o un
Eusebzo Era–
mste
a mettere in sospetto la sua
Quet
't.mo·m·a Cattolica.
Eccovi le precise parole del
Vicario al Vescovo, a cui sempre e dirizzato
in tutta !'opera il discorso.
Notat
(Arnal–
dus)
ut specia/e onmia exemplaria Catholi–
cre Queninonire mamt tua esse
subscrz~ta:
&
addit Te idfect"sse ad suggestionem :fesui–
tarum.
Ouesta come vedete e l'accusa d'Ar–
naldo: Üdiam la risposta in quella
part~
che
fa al nostro proposito.
Scio etiam quia au–
tequam
JlfANU PROPRIA
&
NOMINIS SUBSCRI·
PTIONE
Codices in fi'onte ji1·masses, id mihi
t·evelasti mtllam aliam ob causam imjmlsum
esse, quam ut occw·reres hostium versutire,
qui quemadmodum Tibi adoptaveratzt teme·
re Theatntm :fesuiticum cavetzdum eral ue
ve! Catholicam aliam Quen1noniampro suo
libito nomine tuo co11derent, vel veram adrtl–
terareut, vel
(attento qul Padre mio riveri–
tissimo, che Voi c'entrate col P. Concina
almeno in parte, volendo che la Querimo–
nia stata sia dal P. Pytei alterata)
vel tuam
esse tzegm·etd...... Autenltcam igitur ommi10
lzaberi volmsti Callwlzcam tuam Querimo–
niam.
Che dite P. M.
R.?
pub
egli niente